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Basket – L’analisi del coach Lucchesi sull’oro della Nazionale Under 18 Femminile

Creato il 09 agosto 2010 da Sport24h

Commosso, esausto, finalmente sorridente, Giovanni Lucchesi ha partecipato alla festa tutta d’oro delle sue giocatrici a modo suo. Nella foto che sul gradino più alto del podio ritrae le azzurre impazzite di gioia, Lucchesi non compare perché nella sua mentalità il palcoscenico deve essere esclusivo territorio delle giocatrici. In quel preciso istante, probabilmente, il coach azzurro sarà andato a salutare e ringraziare qualche altro allenatore presente a Poprad. Perché mai come questa volta una medaglia d’oro è stato salutata da un applauso unanime, anche e soprattutto arrivato dalle altre formazioni. “E’ la squadra migliore di questo Europeo”, spiegava ai microfoni di Fiba Europe l’allenatore della Spagna alla vigilia della finale. Lucchesi la vede in un altro modo. “A livello di talento e di prestanza fisica non eravamo i più forti ma questo gruppo è eccezionale perché rappresenta un’eccezione nel modo di giocare, di partecipare, di condividere l’attaccamento alla maglia azzurra. Pochi palleggi, tanti passaggi e una voglia non comune di difendere: credo che avremo chiuso l’Europeo con almeno venti sfondamenti subiti e non per merito di qualche accorgimento particolare ma solo per il coraggio dimostrato dalle mie giocatrici”.
Tanti gli infortuni alla vigilia, poi l’altra pesantissima tegola col legamento di Carangelo che ha ceduto subito dopo l’esordio. “Debora è voluta rimanere con noi e a Poprad ci hanno raggiunto tre ragazze che erano state escluse dalla squadra prima della partenza per l’Europeo. Tutti segnali di un gruppo sano, inossidabile”. Qualcuno in Italia conserverà un sms nel quale Lucchesi, dopo la seconda vittoria ottenuta a Poprad, esprimeva preoccupato un auspicio. “Spero che ci basti per la salvezza, non so quanto dureremo”.
Per la precisione, le azzurre sono “durate” altre sette partite e nel frattempo hanno messo in riga Francia (due volte) e Spagna in finale. Non è finita come a Katowice due anni fa ma come a Veljko Tarnovo 16 anni fa, in occasione dell’ultimo oro vinto da una formazione giovanile in ambito femminile. “Volevamo rimanere attaccati alla Spagna fino agli ultimi 3-4 minuti, poi sapevamo che sarebbe potuto succedere di tutto”. In realtà, a parte il passaggio a vuoto del secondo quarto peraltro rimediato prima dell’intervallo, è stata sempre l’Italia a condurre nel punteggio. Una dimostrazione di autorità che ha finito per piegare anche la Spagna, imbattibile sulla carta. Tutte fondamentali, nel disegno tattico ideato da Lucchesi e Alliori, ma nessuna insostituibile: la conferma è arrivata dal quintetto ideale della manifestazione nel quale figura una sola azzurra (Gaia Gorini) e due spagnole.
Il profilo basso adottato da Lucchesi è stato condiviso dallo staff: “Con Umberto Alliori ormai la sintonia è perfetta ma tutti quelli che hanno lavorato per questa squadra sono stati preziosi per arrivare fino in fondo”.
Pazzesca la capacità di questa squadra di rispondere colpo su colpo, implacabile nei momenti di massima tensione: con la Francia in semifinale le azzurre hanno subìto un terribile 2-12 nell’ultimo parziale ma sul 48 pari sono state capaci di infilare il 7-2 che le ha fatte volare in finale. Con la Spagna, poi, il +7 che sembrava schiuderci le porte dell’oro si è tramutato in +2 (52-50) con i fantasmi di Katowice pronti ad alzarsi in volo.
Non questa volta. “Le nostre reazioni sono sempre state violente, inequivocabili: in queste occasioni si è visto il valore morale di questo squadra, che dentro aveva una forza inesauribile”.
La dedica è per un vecchio maestro. “E’ la vittoria di Riccardo Sales, che mi ha insegnato tanto. E un pensiero va anche al ricordo di mia madre”. La squadra è tornata alle 14.00 a Fiumicino, la festa per una vittoria meravigliosa è appena iniziata. (com stampa)


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