Nato ad Auckland (California). Classe 1991. 193 centimetri di altezza. Ha frequentato lo stesso college di Damian Lillard, una star dell’Nba. Nell’ultima stagione è stato nominato Mvp della Big Sky Conference e adesso si prepara a indossare la maglia gialloblù con il ruolo di guardia.
Si è dichiarato soddisfatto del clima e dell’affiatamento respirato, seppure per ancora da poco tempo, nello spogliatoio e ha sottolineato che la differenza più evidente dall’approccio americano “è nella fisicità, che qui è molto più importante. Il fatto che il modo di giocare sia differente mi piace, è positivo perché imparo tantissimo!”
“Sento che Torino ha qualcosa di speciale e poi adoro essere sotto pressione, sentire che ci si aspetta molto da me è stimolante.” A breve lo raggiungeranno la mamma, la fidanzata e il figlio, Davion Jr, che il cestista ha tatuato sulla spalla destra accompagnato dalla scritta “Like Father, Like Son” (tale padre, tale figlio), insieme ad altri numerosi tatuaggi in tutto il corpo. “Siamo molto emozionati, per me, anzi, per noi, è come iniziare un nuovo capitolo e non vediamo l’ora! Torino mi piace, anche se (da buon americano ndr.) confesso che qui mi sembra tutto piccolo, a partire dalle strade”.
Cosa ne pensi dei torinesi e, soprattutto, del loro inglese?
“Sono tutti molto gentili con me. Mi sento fortunato perché mi trovo bene con la squadra, con il coach e ho subito sentito il supporto dei tifosi. Sul livello d’inglese, al contrario di quanto si possa pensare, non mi posso proprio lamentare. Mi capiscono, – ha spiegato ridendo – insomma non mi sento solo! In più voglio assolutamente studiare l’italiano e per cominciare ho scaricato sul mio cellulare l’applicazione Rosetta Stone, che mi traduce in tempo reale quello che mi serve o che mi viene in mente.” Un passo alla volta. Nel frattempo impara anche al ristorante: “Ho mangiato la pasta e la pizza più buone di sempre! In America siamo convinti di riuscire a imitarvi in cucina, ma ora posso affermare per testimonianza diretta che non è affatto la stessa cosa.”
L’allenatore della Manital Torino, Luca Bechi ha dichiarato: “Ho avuto modo di parlare con Davion durante il mio viaggio negli States. Mi ha colpito molto la determinazione con cui ha aderito al nostro progetto. Siamo convinti che abbia le carte in regola per lasciare il segno in Italia”.
Un ottimo catalizzatore di energia per il rinnovato, ma non inedito, roster targato Bechi. L’esperienza dei veterani Lewis, Giachetti, Gergati, Mancinelli, Rosselli, Amoroso, giocatori con almeno 30 anni e del 29enne Fantoni, si unisce all’entusiasmo di un giovane americano alla sua prima esperienza in Europa. Combinazione perfetta per conquistare la serie A persa per un soffio.