Montiamo le canne che è ancora molto, molto buio. Io mi siedo su un muretto sotto un lampione, tiro fuori la scatola della minuteria e monto tutto mentre Piero sta gonfiando il suo belly. A tentoni arriviamo allo specchio d’acqua e lo troviamo grazie ai riflessi di lampioni lontani. Dalla boscaglia sulle rive fa capolino una tenda di carpisti. Tutto è immobile e silenzioso. Arriviamo a una spiaggia comoda per l’ingresso in acqua del belly e, prima che il canotto entri in acqua disturbando tutto, decido di fare qualche lancio. La gomma vola per la seconda volta verso l’acqua scura e saltella agilmente sul fondo. È presto, ho freddo, sono mezzo malato e pesco da meno di un minuto: in pratica non sono ancora in pesca con la testa. Infatti perdo una bella abboccata. Ma che diamine di perdindirindina del cavolicchio, sono più testa di pigna di Lupo Lucio e Tonio Cartonio insieme! Ogni lancio può essere quello buono e farsi beccare distratto è veramente da pessimi.
Piero entra in acqua, è ancora buio e mi chiedo come faccia a preoccuparsi di dove lanciare piuttosto che temere per la sua vita. Quello specchio nero può nascondere qualunque tipo di malignità: perca succhia sangue, carpe zombie, bass ninja e siluri mannari. Io inizio a girare la cava. Faccio qualche altro lancio e una nuova abboccata, questa volta lo ferro e tiro a riva un bassotto sui 30 cm scarsi. Qualche atro lancio e abbocca qualcosa di molto più combattivo. Dopo un paio di fughe, dal buio esce un altro bass più o meno della stessa taglia. Lo prendo per slamarlo e scopro che all’amo c’è attaccato uno splendido persico reale di 27 cm che purtroppo non riesco a fotografare perché il mio telefono non ha il flash… Tutto galvanizzato per la bella cattura continuo e dopo poco ne prendo un altro un po’ più piccolo.
La luce aumenta di poco, nebbia fitta e nuvole cariche ritardano così tanto l’alba che sembra non arrivi mai. Continuo a camminare sulle rive finché, nella penombra vedo una costruzione semi diroccata. È davvero spettrale e non capisco nemmeno come superarla. Decido coraggiosamente di affrontarla col favore della luce. Tanto anche dall’altra parte ci sono i pesci, tiè. Inganno l’attesa lanciando e appena fa giorno aggiro il capannone
Ma il tempo passa inesorabile e io devo assolutamente essere a casa per le 10. Chiamo Piero che è ancora lontano e lo vedo inziare a pinneggiare a una velocità incredibile. Prestooooooooooo! Precisi e veloci smontiamo le canne, saltiamo in macchina come farebbero in Fuori in 60 secondi e sgommiamo verso casa. Infilo le chiavi nella toppa alle 10,02.
La guerrilla è vinta, la guerra non ci sarà.