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Bassa Sassonia, il voto utile premia la sinistra

Creato il 25 gennaio 2013 da Episteme

Bassa Sassonia, il voto utile premia la sinistra

Stephan Weil (SPD)


La Germania, prima delle attesissime elezioni politiche del prossimo autunno, regala ancora uno scampolo di politica locale con il rinnovo dell'amministrazione di Hannover del Niedersachsen, land settentrionale che negli ultimi anni è diventato un feudo dei conservatori della CDU.
Proprio per il fatto di essersi tenuta così vicino nel tempo alle elezioni federali, la consultazione in Niedersachsen ha assunto particolare importanza agli occhi degli osservatori tedeschi e internazionali, che attraverso le analisi più disparate hanno cercato di interpretare questo voto locale in chiave nazionale.
Il primo dato di interesse, al di là di ogni considerazione prettamente politica, riguarda il dato dell'affluenza: si è recato a votare alle urne il 59% circa del corpo votante del land, una percentuale non altissima ma in crescita di due punti rispetto al 2008, anche se ancora lontanissima dal 67% del 2003.

Bassa Sassonia, il voto utile premia la sinistra

Esito delle elezioni amministrative 2013
nel land del Niedersachsen


Bassa Sassonia, il voto utile premia la sinistra

Distribuzione dei voti alle elezioni amministrative 2013
nel land del Niedersachsen


Rispetto agli appuntamento elettorali regionali che hanno costellato il 2011 ed il 2012, queste elezioni mostrano alcuni elementi piuttosto interessanti, che evidenziano aspetti che non potranno non essere tenuti in conto nelle elezioni politiche.
Il primo aspetto, naturalmente, riguarda il fatto che il land cambia colore, anche se appena di un soffio. Il centrosinistra rosso-verde, infatti, ottiene il 46,29% delle preferenze contro il 45,95% dei nero-gialli conservatori. Nel 2008 questi stessi dati aggregati vedevano il centrodestra al 50,70% (quindi -4,75%) ed il centrosinistra al 38,27% (quindi un secco +8,02%).
In uno scenario, sia pure in un contesto di aumento dell'affluenza, di scarsa partecipazione al voto, è importante capire non solo i movimenti di passaggio da un partito all'altro, ma anche chi è riuscito a pescare dall'astensione e chi no.
In particolare, la CDU perde quasi 170.000 preferenze (-12% sul 2008), e la SPD ne guadagna poco meno di 130.000 (+13% sul 2008). I verdi confermano l'ottimo momento di forma che si protrae ormai da alcuni anni e guadagnano quasi 220.000 voti (+79% sul 2008). Fino a qui il copione è molto simile alle ultime elezioni regionali: centrodestra in ritirata, centrosinistra in salita, e all'interno del centrsinistra il partito ecologista ottiene prestazioni differenziali migliori rispetto ai colleghi socialdemocratici.
Le vere sorprese di questa elezione sono infatti altre, e riguardano i liberali della FDP, la sinistra radicale Die Linke e i Piraten: i primi, in assoluta controtendenza rispetto alle consultazioni degli ultimi due anni, guadagnano consensi tanto in termini percentuali quanto in termini assoluti; i secondi invece dimezzano i propri consensi ed escono dal landtag in cui erano entrati cinque anni fa; i Piraten, infine, subiscono una pesante battuta di arresto e dopo essere entrati in molti parlamenti regionali tra ail 2011 ed il 2012 in questa occasione si devono accontentare di un risultato molto lontano dalla soglia di sbarramento.
In realtà non esisono motivazioni politiche realistiche per spiegare un simile comportamento da parte dell'elettorato: la crisi dei liberali non è certo finita, e il pessimo risultato della Linke non trova un riscontro reale nell'orientamento del Paese. In questa elezione, tuttavia, sono entrati in gioco elementi psicologici di una certa importanza, da un lato la vicinanza temporale con le elezioni politiche, e dall'altro la grande incertezza che fin dalle prime battute della campagna elettorale ha caratterizzato questo appuntamento.
Un sondaggio realizzato in concomitanza con gli exit polls e le proiezioni elettorali ha certificato che una percentuale intorno all'80% di coloro che hanno votato FDP ritiene come proprio partito preferito la CDU. Il dato è emblematico, e introduce un fattore di analisi quantomai attuale anche nelle vicende politiche nostrane: il voto utile.
La legge elettorale tedesca è un proporzionale puro caratterizzato da una clausola di sbarramento fissata al 5% (possono partecipare comunque alla divisione dei seggi i partiti al di sotto di questa soglia ma vincitori in almeno tre collegi uninominali), e non vi sono, come in Italia, raggruppamenti sovrapartitici indicanti le coalizioni.
Secondo la logica della legge elettorale, ogni partito misura la propria forza in maniera indipendente, e solo dopo il voto, una volta ripartiti i seggi, in caso una singola formazione non abbia ottenuto la maggioranza assoluta si da il via alla danza delle alleanze. La realtà dei fatti è tuttavia ben diversa: la coalizione rosso-verde e quella nero-gialla sono delle realtà ormai consolidate nella storia tedesca, e questa divisione a priori dello scacchiere politico si fa sentire anche al momento del voto, e non solo dopo. Per un elettore della CDU avere una FDP al 4,99% equivale ad un centrodestra privato di quel 4,99%, e per queta ragione potrà prendere in considerazione l'idea di votare FDP per non correre il rischio che i naturali alleati si ritrovino sotto soglia. Attraverso uno spostamento di voti all'interno del perimetro del centrodestra, quindi, si evita la scomparsa di un partito dal landtag e l'azzeramento, in termini di seggi, del valore di tutti i suoi voti.
Il voto utile, tuttavia, non è stato appannaggio solo del centrodestra: anche a sinistra si è assistito ad un fenomeno analogo, sia pure più complesso.
La Linke, come accennato, ha dimezzato i consensi, e dei centotrentamila voti perduti dal partito di estrema sinistra una buona parte si è convogliata sulla SPD e sui verdi.
Il fenomeno del voto utile c'è stato anche in questo caso, ma un voto utile tra partiti che spesso si ritrovano in opposizione tra loro, specialmente nella parte occidentale del Paese. Questa permeabilità tra l'elettorato della Linke quella del centrosinistra classico in nome della rivalità con la CDU è sicuramente un fattore significativo da tenere in conto, una realpolitick che può giocare una parte importante nelle consultazioni nazionali del prossimo autunno.

Bassa Sassonia, il voto utile premia la sinistra

Composizione del Parlamento regionale del Niedersachsen
dopo le elezioni amministrative 2013


Lo spaccato del nuovo parlamento regionale denota la situazione di estremo equilibrio in cui si è venuto a trovare il land dopo queste elezioni. Le maggioranze possibili risultano essere:
  • CDU + SPD (103 seggi)
  • CDU + Grünen(74 seggi)
  • SPD + Grünen (69 seggi)
Come si vede, la matematica punisce la coalizione nero-gialla, e consente alla coalizione ross-verde, il centrosinistra classico, il governo del land con un solo seggio di maggioranza. Malgrado l'eseguità del vantaggio, pare tuttavia questa la soluzione politica più probabile, anche per mandare un segnale forte in vista delle elezioni nazionali.
Il passaggio del Niedersachsen da destra a sinistra ha ripercussioni anche sul Bundesrat. Tra le sedici regioni della Germania, infatti, ora la situazione risulta essere:
  • Sachsen, Hessen e Bayern sono rette dalle forze al governo federale: 15 voti
  • Saarland, Mecklenburg-Vorpommen, Thüringen, Sachsen-Anhalt e Berlin sono rette da forze di governo e opposizione rispetto al governo federale: 18 voti
  • Bremen, Hamburg, Brandeburg, Schleswig-Holstein, Rheinland-Pfalz, Niedersachsen, Baden-Württemberg e Nordrhein-Westfalen sono rette da forze di opposizione al governo federale: 36 voti
Le forze di opposizione, quindi, diventano maggioranza assoluta al Senato tedesco, un risultato di primaria importanza. Escludendo i 4 voti del Brandeburgo, emergono inoltre 32 voti espressamente dati a SPD e Grünen, appena tre in meno della maggioranza assoluta necessaria per il controllo dell'aula.
La sconfitta della Merkel in Niedersachsen, per quanto di misura, è un segnale importante sulla strada delle elezioni politiche del prossimo autunno, elezioni a cui il mondo intero guarda con il fiato sospeso e che potranno essere risolutive - in un senso o nell'altro - nell'evoluzione della crisi economica internazionale.

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