Stringe forte il dolore, ancora una volta, più vicino, ogni volta più fitto, più a fondo nel cuore. Ne strappa piccoli pezzi ed ogni volta s’arresta il respiro, sempre più corto, ogni volta più fine, più strozzata la gola.
Soffoca l’anima, ancora una volta, la morte, straziata la terra da lacrime senza pena.
Non ha pietà il mio Dio per le giovani vite?
Non ha perdono per i peccati che ancora non hanno commesso?
Non vede il mio Dio il dolore che semina, i corpi disfatti di chi resta, muto, esanime, statua di sale depredata dall’affetto più vero, il figlio suo?
Mi approprio nuovamente, così presto, troppo presto, delle parole di Franz De Boeuf, per lenire la sofferenza di chi, domani, dovrà affrontare un nuovo presente di lutto.
“Vorrei andarmene in silenzio e in pace
Vorrei che la mia morte fosse lieve
come quella di nonno,
seduto a sonnecchiare dopo pranzo
quando si spense piano.
Nessun dolore o grande sofferenza
solo molta stanchezza
e un placido sorriso sul suo volto,
credo che lo sentisse.
Penso che quando arriva l’ora giusta
e arriva per ognuno
non ci sia modo migliore d’andare
che con pace e silenzio.
Dopo una vita spesa a faticare
che sia davvero eterno
il riposo che spetta ad ogni uomo
e con pace e silenzio.”
Chiara