Basta con la paura del nucleare, è irrazionale

Creato il 19 giugno 2012 da Lorenzo_gigliotto

In diversi Paesi l’energia nucleare gode di una cattiva fama, ma è una reputazione ingiustificata: lo afferma Paddy Regan (nella foto), direttore del corso di laurea in protezione ambientale e radiologica all’Università del Surrey (Inghilterra).

In un articolo apparso sul Telegraph, Regan analizza la situazione partendo da alcuni numeri: in tutto il mondo i reattori nucleari hanno totalizzato oltre 14.000 anni di attività, facendo registrare in tutto solo tre incidenti seri: Three Mile Island, Cernobyl e Fukushima. Il totale dei morti accertati a causa di questi incidenti è minore di 50: zero negli Stati Uniti, zero in Giappone e 47 a Cernobyl, di cui, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 28 pompieri e tecnici impegnati nelle operazioni di emergenza e 19 civili morti di tumore a causa della radioattività.

Come termine di paragone, Regan cita tre gravi incidenti nel settore idroelettrico: Banqiao (Cina, 1975), Machhu (India, 1979), Hirakud (India, 1980). Il numero di vittime nei due incidenti indiani è di circa 2500 e 1000 rispettivamente. In Cina il bilancio è stato catastrofico: 170.000 morti e 11 milioni di senza tetto. Eppure pochi in Europa conoscono questi nomi.

Il motivo profondo della paura del nucleare, secondo Regan, è l’associazione (forse conscia, forse no) fra nucleare civile e nucleare militare: le tecniche per la fissione sono nate per produrre bombe atomiche, e nell’immaginario della gente è rimasta quest’impressione.

Come esempio di comportamenti irrazionali, Regan cita in particolare un esempio: l’Italia. Subito dopo l’incidente di Fukushima, il Ministero degli esteri ha invitato gli italiani a lasciare Tokyo, a causa dell’aumento dei livelli di radioattività. Ebbene, nonostante la vicinanza alla centrale danneggiata, la radioattività a Tokyo era più bassa di quella di origine naturale che si registra normalmente a Roma. Il risultato è stato paradossale: per proteggere le persone dalla radioattività, il Ministero le invitava a lasciare una città e ad andare in un’altra dove la radioattività era maggiore.

In conclusione, secondo Regan, i timori irrazionali possono fare danni significativi. Per esempio, alcuni Paesi stanno riconsiderando le proprie politiche di sviluppo dell’energia nucleare, proprio in un momento storico in cui è particolarmente ricca e promettente la ricerca di tecnologie nucleari sempre più sicure, e in cui l’energia nucleare appare uno strumento per la riduzione delle emissioni di gas serra.

FONTE: Nuclear News http://www.nuclearnews.it/news-2944/basta-con-la-paura-del-nucleare–irrazionale/



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