Il mezzogiorno è all’avangardia in Italia, e dunque a maggior ragione nel mondo – non sembri una bestemmia – per i processi di denatalità, dei crollo della fecondità femminile, di invecchiamento della popolazione, di correnti migratorie in uscita e di spopolamento. Solo le correnti migratorie in uscita rappresentano una costante di quelle regioni, tutto il resto è novità degli ultimi anni […]. Secondo le ultimissime previsioni a lunga scadenza della popolazione italiana da qui a mezzo secolo, a fronte di una popolazione pressoché costante il mezzogiorno perderà oltre quattro milioni di abitanti e il suo peso percentuale sul totale degli italiani scenderà di ben sette punti passando dal 34,5 per cento di oggi (era più del 36 per cento meno di un decennio fa) al 27,5 per cento […]. Venti anni. Venti anni e le regioni meridionali saranno le più vecchie e le più vuote. Il cammino non è appena iniziato, è decisamente a buon punto. E noi stiamo a menarcela con l’articolo 18.
Senza troppi fronzoli, Roberto Volpi spiega sul Foglio di oggi che basta la demografia, anziché i soliti indicatori economici, per capire che il Sud non se la passa granché.
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