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Una bio-batteria totalmente ecosostenibile, formata da batteri che, digerendo il cibo, producono energia elettrica? Non è più semplice fantascienza! Il prototipo, infatti, è stato presentato a settembre da bioingegneri dell’università di Stanford, California (USA), che hanno pubblicato il loro studio su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), una delle più rinomate riviste scientifiche americane.
Costituita da due elettrodi (poli) collegati ad un contenitore d’acqua in cui sono immersi dei batteri, la batteria sfrutta la capacità di questi microrganismi di ricavare energia dagli ambienti ostili e privi di ossigeno, come le acque molto sporche. I batteri si nutrono delle sostanze inquinanti e, durante la digestione, diventano veri e propri generatori di energia, grazie alla produzione di enzimi capaci di scomporre carboidrati ed altre sostanze, rilasciando idrogeno. Poi, con l’aiuto di alcuni componenti chimici, che causano riduzioni e complicati reazioni di ossidazione, l’apparato della batteria è in grado di catturare gli elettroni dagli atomi di idrogeno e fornirli in modo stabile al polo negativo, creando così un voltaggio utilizzabile.
Quindi, ‘collegati’ i microrganismi all’anodo della batteria, gli ingegneri di Stanford hanno ottenuto che l’energia prodotta dai batteri fosse immagazzinata nell’altro polo (quello positivo). Si è stimato che l’elettricità così prodotta abbia un’efficienza del 30%, un valore simile a quello dei pannelli solari in commercio, un valore circa otto volte superiore a quello di altre batterie fin ora sviluppate con principi simili.
È solo un prototipo, non ancora pronto all’utilizzo fuori dal laboratorio, ma le potenzialità – al fine dello sviluppo di nuovi sistemi di produzione energetica positiva ed ecosostenibile- sono enormi.