Il batterio killer che ha provocato almeno 15 morti in Germania e ha contagiato oltre 1.200 persone non proviene dai cetrioli spagnoli. La notizia è stata confermata dal ministro della Sanità della città-stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks secondo la quale "la fonte dell'infezione continua a rimanere non identificata".
Di fatto, nella ricerca delle cause che hanno scatenato il grave contagio, i ricercatori continuano a brancolare nel buio. I cetrioli importati dalla Spagna, inizialmente sospettati di aver provocato l'epidemia, sono stati adesso scagionati dal ministro della Sanità della città-Stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, secondo la quale i ceppi dei batteri identificati su due dei tre cetrioli spagnoli non coincidono con quelli tipo "0104" responsabili dell'attuale epidemia, identificati nelle persone ricoverate negli ospedali cittadini."La causa dell'infezione continua a rimanere sconosciuta, anche se si attendono le risultanze degli esami su un altro cetriolo di produzione spagnola e di uno di provenienza olandese. Erano stati infatti questi quattro vegetali, in particolare i tre di origine spagnola, ad essere stati accusati inizialmente di contenere i batteri letali.
Intanto anche nella regione orientale del Meclemburgo sono stati individuati batteri "Ehec" presenti nei cetrioli, nei pomodori e nell'insalata. Oltre alle 15 persone decedute in Germania a seguito del contagio, 13 delle quali donne, un'altra vittima si è registrata in Svezia. Si tratta di una donna di 50 anni, venuta a contatto con il batterio-killer durante un soggiorno in Germania.
Intanto, prima ancora di sapere che la Spagna non c'entra con la contaminazione, ieri il Ministro della Salute Ferruccio Fazio aveva dichiarato: "...l'Italia può "stare tranquilla..."..."...i Nas hanno sequestrato a scopo preventivo 7 quintali di cetrioli" ..."Saranno fatti gli esami per vedere se si trova il batterio. Entro 24-36 ore al massimo il sequestro verrà sbloccato". ..."Per quanto riguarda il nostro Paese, ho interessato l'Istituto superiore di sanità che riceve dal S.S.N. tutte le segnalazioni di Sindrome Emorragica Uremica (SEU) e il NAS per individuare eventuali arrivi dalla Spagna di cetrioli contaminati, anche se, al momento attuale nel nostro Paese non sono stati segnalati casi dovuti a questo sierotipo".
Le norme igieniche da seguire:
"Poche norme igieniche, quali ad esempio lavare molto bene le verdure, gli utensili utilizzati in cucina, lavarsi bene le mani ed evitare il contatto di prodotti già lavati con quelli da lavare, sono in grado di evitare episodi di tossinfezione alimentare da E.coli".
La Coldiretti rassicura e certifica l'assenza di "psicosi" da "cetriolo killer" in Italia. Difatti, come si legge in un comunicato "non c'è nessun effetto sui consumi in Italia" (anche se l'organizzazione segnala che "con la riapertura dei mercati la psicosi all’estero mette a rischio le esportazioni"). Secondo un indagine Coldiretti/Swg: "il 91 per cento degli italiani si fida di più del cibo prodotto in Italia perché è ritenuto più fresco (25 per cento), garantito da maggiori controlli (25 per cento) ed è più sicuro perché rispetta leggi più severe (19 per cento)". Insomma, il cetriolo è sempre meglio italiano ma, come rassicura il Ministero della Salute sui "cetrioli contaminati da Escherichia Coli, situazione sotto controllo".
Il batterio killer che ha provocato almeno 15 morti in Germania e ha contagiato oltre 1.200 persone non proviene dai cetrioli spagnoli. La notizia è stata confermata dal ministro della Sanità della città-stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks secondo la quale "la fonte dell'infezione continua a rimanere non identificata".
Di fatto, nella ricerca delle cause che hanno scatenato il grave contagio, i ricercatori continuano a brancolare nel buio. I cetrioli importati dalla Spagna, inizialmente sospettati di aver provocato l'epidemia, sono stati adesso scagionati dal ministro della Sanità della città-Stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, secondo la quale i ceppi dei batteri identificati su due dei tre cetrioli spagnoli non coincidono con quelli tipo "0104" responsabili dell'attuale epidemia, identificati nelle persone ricoverate negli ospedali cittadini."La causa dell'infezione continua a rimanere sconosciuta, anche se si attendono le risultanze degli esami su un altro cetriolo di produzione spagnola e di uno di provenienza olandese. Erano stati infatti questi quattro vegetali, in particolare i tre di origine spagnola, ad essere stati accusati inizialmente di contenere i batteri letali.
Intanto anche nella regione orientale del Meclemburgo sono stati individuati batteri "Ehec" presenti nei cetrioli, nei pomodori e nell'insalata. Oltre alle 15 persone decedute in Germania a seguito del contagio, 13 delle quali donne, un'altra vittima si è registrata in Svezia. Si tratta di una donna di 50 anni, venuta a contatto con il batterio-killer durante un soggiorno in Germania.
Intanto, prima ancora di sapere che la Spagna non c'entra con la contaminazione, ieri il Ministro della Salute Ferruccio Fazio aveva dichiarato: "...l'Italia può "stare tranquilla..."..."...i Nas hanno sequestrato a scopo preventivo 7 quintali di cetrioli" ..."Saranno fatti gli esami per vedere se si trova il batterio. Entro 24-36 ore al massimo il sequestro verrà sbloccato". ..."Per quanto riguarda il nostro Paese, ho interessato l'Istituto superiore di sanità che riceve dal S.S.N. tutte le segnalazioni di Sindrome Emorragica Uremica (SEU) e il NAS per individuare eventuali arrivi dalla Spagna di cetrioli contaminati, anche se, al momento attuale nel nostro Paese non sono stati segnalati casi dovuti a questo sierotipo".
Le norme igieniche da seguire:
"Poche norme igieniche, quali ad esempio lavare molto bene le verdure, gli utensili utilizzati in cucina, lavarsi bene le mani ed evitare il contatto di prodotti già lavati con quelli da lavare, sono in grado di evitare episodi di tossinfezione alimentare da E.coli".
La Coldiretti rassicura e certifica l'assenza di "psicosi" da "cetriolo killer" in Italia. Difatti, come si legge in un comunicato "non c'è nessun effetto sui consumi in Italia" (anche se l'organizzazione segnala che "con la riapertura dei mercati la psicosi all’estero mette a rischio le esportazioni"). Secondo un indagine Coldiretti/Swg: "il 91 per cento degli italiani si fida di più del cibo prodotto in Italia perché è ritenuto più fresco (25 per cento), garantito da maggiori controlli (25 per cento) ed è più sicuro perché rispetta leggi più severe (19 per cento)". Insomma, il cetriolo è sempre meglio italiano ma, come rassicura il Ministero della Salute sui "cetrioli contaminati da Escherichia Coli, situazione sotto controllo".