Battleborn - Provato

Creato il 10 marzo 2016 da Lightman

Abbiamo nuovamente provato lo sparatutto online cooperativo e competitivo di Gearbox, scoprendo alcune nuove interessanti peculiarità: nei prossimi giorni, torneremo anche a parlare della modalità cooperativa.

Articolo a cura di Andrea Porta

    Disponibile per:
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One

Andrea Porta è un fanatico, divoratore (e occasionalmente critico) di videogame, serie TV, cinema, letteratura sci-fi e fantasy, progressive rock, comics, birre belga, rolling tobacco e molto altro ancora. Lo trovate su Facebook, su Twitter e su Google Plus.

L'ultimo nostro incontro con Battleborn è avvenuto abbastanza di recente, quando 2K e il publisher italiano Cidiverte ci hanno invitato a Londra per provarlo in esclusiva. Un test dal vivo che ha aiutato a fugare certi dubbi, ma ha comunque lasciato in sospeso diverse domande. Negli scorsi giorni siamo nuovamente volati verso la capitale inglese per una seconda prova, questa volta in compagnia di un bel numero di giornalisti della stampa italiana e straniera. Ne è scaturita un'esperienza diretta molto più approfondita, grazie alla quale abbiamo avuto modo di testare sia il multigiocatore competitivo, di cui parliamo in questo primo pezzo, sia la modalità cooperativa per cinque giocatori, sulla quale torneremo solo tra qualche giorno con una seconda anteprima. Prima di passare al sodo, è bene comunque riassumere velocemente cosa esattamente vuole offrire Battleborn nell'affollato panorama dei giochi cooperativi/competitivi online.

Roba da eroi

"Hero shooter". Con queste due parole i ragazzi di Gearbox tentano di incasellare il loro Battleborn in un genere che, inutile dirlo, ha già trovato un formidabile concorrente in Overwatch, che grazie alla prolungata fase di beta abbiamo avuto modo di testare piuttosto a fondo qui su Everyeye. Inutile quindi perdersi eccessivamente in divagazioni, e meglio parlare subito dei tratti distintivi di questo Battleborn, una serie di scelte di gameplay che effettivamente ne distanziano l'offerta quanto basta dal concorrente targato Blizzard. In superficie, le similitudini sono effettivamente molte: un manipolo di eroi profondamente differenziati per arsenale e tre abilità speciali (due standard e una "finale"), una competizione cinque contro cinque, le basi insomma sembrano - e sono - le medesime. Eppure il gioco di Gearbox prende in parte le distanze dalla competizione più "pura" offerta dal concorrente e rimescola le meccaniche di gioco aggiungendovi non solo una filosofia del loot che certamente deriva dall'esperienza accumulata con Borderlands, ma anche l'intervento di bot e torrette che ereditano più di una somiglianza dalle meccaniche dei MOBA, scavandosi sostanzialmente una nicchia tutta sua nel panorama della competizione online. A fronte delle partite a volte fulminee e tesissime del concorrente, qui ci troviamo di fronte a lunghe schermaglie della durata di circa mezz'ora (naturalmente, a patto di combattere "ad armi pari" in fatto di abilità ed esperienza), dove il supporto ai minion e la rapida raccolta di risorse, oltre ovviamente a un buon bilanciamento del team, possono fare tutta la differenza del mondo. Proprio per questo, anche per chi si sia già fatto le ossa sulla beta del concorrente, cominciare una partita a Battleborn è un'esperienza quasi del tutto nuova.

La modalità che abbiamo provato, nota come Incursion, è una delle tre che andranno a costituire l'ossatura del componente multigiocatore competitivo, e mette le due squadre da cinque giocatori su una mappa di dimensioni medio grandi, con il compito di eliminare le gigantesche sentinelle nemiche. Questi voluminosi ragni meccanici sono dotati di scudi impenetrabili, che possono essere indeboliti solamente dai minion che ad intervalli regolari si autogenerano presso le due basi speculari, e si dirigono automaticamente in direzione del nemico, proprio come in un MOBA. Ecco quindi che supportare i propri minion e proteggerne l'avanzata diventa fondamentale, così che questi possano iniziare ad erodere lo scudo della sentinella nemica. Una volta rimossa la protezione, il robot potrà essere finalmente distrutto, e via al successivo, sino alla vittoria. In tutto questo non bisognerà dimenticarsi di raccogliere gli Shard, preziose risorse sparse sul campo di battaglia in riserve più o meno ricche: queste ultime saranno infatti utili ad acquistare le torrette difensive attorno alle Sentinelle, ottime per rinforzare in caso di massicci attacchi nemici, oppure per facilitare la distruzione di quelle avversarie. Ecco quindi che l'"Hero shooter" si incrocia decisamente con il MOBA, proponendo un ritmo molto differente nei match, perlomeno in questa modalità Incursion. Certo, la corretta composizione del team e la conoscenza delle abilità del proprio Eroe sono e rimangono fondamentali, ma il percorso verso la vittoria non può prescindere da un lavoro di squadra ben organizzato, che si concentri sui minion durante la fase di rimozione dello scudo, e sulla distruzione della sentinella una volta eliminato quest'ultimo, senza dimenticare eventuali - e fulminee - ritirate in difesa in caso la situazione si capovolga improvvisamente.

Incursione

Data la durata di tutto rispetto di questi match, durante la nostra prova siamo riusciti a completarne solamente tre, totalizzando in ogni caso un tempo di gioco sufficiente per masticarne le meccaniche. Si comincia con la costruzione del team, che va bilanciato secondo un buonsenso ormai ampiamente ereditato dai MOBA: per quanto sia ancora presto per valutare a fondo le specificità dei 25 Eroi disponibili al lancio, la loro divisione in classiche categorie (Support, Tank, DPS) aiuta nel tentativo di creare una squadra, seppure parzialmente "al buio". Una volta sul campo, ogni Eroe avrà a disposizione una modalità di fuoco di base (o di fendente, in caso di arma da corpo a corpo) e due abilità speciali, alle quali se ne aggiungerà una terza una volta raggiunto il livello 5.

Proprio come nei MOBA, l'accumulo di livelli si resetta ad ogni partita, e ad ogni step si potrà scegliere uno tra due potenziamenti: talvolta questi saranno dedicati al miglioramento di una o dell'altra abilità speciale, ma ci si troverà anche di fronte a scelte più sottili, che potranno - e dovranno - influenzare lo stile di gioco in maniera determinante. Anche per questo Battleborn non permette il cambio dell'Eroe una volta iniziato il match: anche interrogando gli sviluppatori al riguardo, abbiamo scoperto come l'idea sia quella di permettere al giocatore di plasmare di volta in volta il proprio combattente nella maniera a lui più congeniale, sfruttando proprio le decisioni prese di volta in volta. Quanto al ritmo dei match, questo si è rivelato inizialmente piuttosto compassato e fatto di studio reciproco tra le squadre: ci si accoda ai propri minion e si protegge il loro avanzamento, cercando di supportarli il più possibile nell'ottica di eliminare in fretta lo scudo della sentinella nemica. Proprio qui, al primo contatto con il team nemico, ci si rende anche conto di quanto Battleborn possa velocemente diventare frenetico e terribilmente affollato. Tra minion amici e nemici, torrette da costruire, Shard da accumulare e personaggi con abilità molto specifiche da padroneggiare e far crescere in maniera sensata, c'è il rischio anche di farsi sopraffare dalla mole di stimoli, e di perdere lucidità in battaglia. Non c'è dubbio sul fatto che, particolarmente in questa modalità, mantenere la concentrazione (a lungo peraltro) possa non essere facile, e richieda team ben affiatati e lucidi. Anche in questo caso, la produzione Gearbox si differenzia nettamente da quella Blizzard, più concentrata su scontri brevi e puliti, anche a causa dell'ibridazione con il MOBA. Con solo una manciata di partite provate, è presto per capire quanto questo affollamento a schermo possa garantire divertimento sul lungo termine, ma certo è che Battleborn non è un gioco da prendere alla leggera: una volta in partita, ci si troverà a far fronte a un gran numero di differenti sfide, e non sempre il caos a schermo nei momenti più concitati aiuta a mantenere la lucidità. Gettarsi in battaglia con sconosciuti, soprattutto in modalità Incursion, difficilmente a nostro parere potrà portare ad un'esperienza soddisfacente.

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