Batton Story - Le impiegate stradali (1976) di Mario Landi

Creato il 01 maggio 2014 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr

Batton Story - Le impiegate stradali (1976)

di Mario Landi

Trash fin dal titolo questa commedia sexy di Mario Landi, che comincia come uno scolastico, prosegue come un mondo movie all'interno della prostituzione, per finire in pochade alla Feydeau con tanto di bagarre. La pellicola - modesta e girata con poco brio - presenta anche momenti da blando prison movie, o meglio da women in prison, durante il soggiorno in guardina delle prostitute che devono vedersela con perquisizioni eseguite da secondine lesbiche. Tutto è lasciato all'intuizione del pubblico, comunque. Batton Story è una commedia (meglio dire farsa) sexy molto casta, sceneggiata con poche idee e con ancor meno scene di nudo. Femi Benussi stupisce tutti perché è vestita per l'intera pellicola, nei panni di una professoressa che si prende a cuore i problemi delle prostitute e vuol fondare un sindacato a tutela dei loro diritti. La Benussi si presenta come professoressa perbenista che intrattiene gli scolari su quanto sia disdicevole esercitare il mestiere più vecchio del mondo. Cambia idea quando viene arrestata per sbaglio durante una retata di lucciole e deve passare una notte in guardina con le compagne di sventura. A quel punto decide di mettersi alla guida di una lotta grottesca contro i papponi, stringendo una forte amicizia con Marisa Merlini - la veterana del gruppo - e Mariangela Giordano, la più nuda delle prostitute. Toni Ucci è il capo dei magnaccia, il suo personaggio si caratterizza per l'impotenza, perché non riesce a congiungersi carnalmente con la Giordano neppure recitando, travestito da Sandokan, Antonio, Tarzan e altri personaggi famosi. La Benussi ha un fidanzato (Gianni Dei) figlio di un ministro potente (Cajafa) e punta su di lui per rivendicare diritti e regole a favore delle protette. Una delle sequenze più trash vede una riunione di battone che brandiscono cartelli con sopra scritto: "Puttane di tutto il mondo, unitevi!", "Papponi go home", "Basta pappare, papponi!"... infine chiedono un referendum per abolire i protettori. Pure la riunione sindacale dei papponi non è meno ridicola, divisi come sono tra meridionali (vorrebbero fare un cappottino di cemento alle battone) e veneti (propongono la serrata del sesso). Lo scontro tra puttane e papponi giunge a vie di fatto, con sganassoni mollati a tempo di tango, secondo regole da farsa western, e alla fine sono i papponi ad avere la peggio. Landi cita Roma a mano armata di Umberto Lenzi, nei flani che campeggiano in una manifesto murale, non sappiamo quanto volutamente. Il film vorrebbe essere un'accusa al perbenismo borghese, ma è troppo fiacco per lasciare il segno, tra liti artefatte e dialoghi posticci che vedono protagonista la coppia Benussi - Dei. La parte finale a casa del ministro è da farsa sexy, grottesca e carente di tempi comici, infarcita di battute qualunquiste sul governo e sulla politica italiana. Spunta fuori anche un arabo che risolverà i problemi del governo solo se potrà disporre di duemila puttane italiane ogni anno. Film di fantapolitica, se si vuole, perché le ultime sequenze presentano un telegiornale dove si dichiara abolita la Legge Merlin e legalizzate le prostitute come "impiegate del sesso", alle dipendenze dello stato. Mario Landi è uno dei rari casi di regista che ha dato il meglio di sé in televisione. Batton Story segna il punto più basso della della sua mediocre produzione.

Gordiano Lupi

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