Baudelaire e i poeti maledetti

Creato il 27 aprile 2011 da Witzbalinka

Un poeta maledetto, è colui che porta la sua vita e opera incontro o fuori dai convenzionalismi  della società. Le malattie, disgrazie, abusi di droga e alcool, e, come risultato una morte prematura e tragica, sono i tipici elementi nella biografia di un poeta o artista maledetto. E le sue opere rimangono impregnate con la visione del male come sipario.

Il termine “poeti maledetti” ha origine nel saggio poetico di Verlain: “Les poètes maudits”, nel quale si rende omaggio a sei poeti; Tristan Corbière, Arthur Rimabaud, Stéphane Mallarmé, Marceline Desborde-Valmore, Auguste Villiers de L’Isle-Adam e Pobre Lelian (il proprio Paul Verlain).

Il primo poeta francese conosciuto come prototipo di poeta maledetto è François Villon, che visse nel secolo XV. Altri maledetti sono Antonin Artaud, John Keats, Edgar Allan Poe, el Conde de Lautremont, Dylan Thomas, ma anche le grandi poetesse argentine suicidate Alejandra Pizrnik e Alfonsina Storni. Indubbiamente la lista sarebbe più lunga.

La poesia francese appartenente alla fine del secolo XIX, “fine di secolo” era caduta nelle mani di questi maledetti decadenti che non seguivano le regole convenzionali ed erano ignorati dalla critica. Però, dopo l’apparizione del manifesto del simbolismo, questi poeti che avevano rinnovato la metrica del verso, cominciarono ad avere riconoscimenti dalla società.

Baudelaire è un poeta maledetto per eccellenza, è uno dei maggiori innovatori della letteratura francese e profeta della poesia moderna. La sua opera è molto influenzata dal romanticismo, ma gli si rinfacciò rifiutando l’importanza estrema retorica della natura. Cominciò la sua attività letteraria nel movimento conosciuto come i Parnassiani per potere dopo arrivare ad essere uno dei massimi esponenti del Simbolismo. Con la sua ironia e cinismo decadente, cominciò ad usare i suoni e i simboli (molti dei quali visualizzati in stati di paradisi artificiali in cui formavano una fonte di immagini inedite)per creare un’ atmosfera dove l’essere umano fluttuava tra nadir sublime e il suo cenit diabolico, l’eccelso ed il grottesco, l’ideale e la malinconia o il tedio, conosciuti come Spleen. Tanto nella sua poesia, saggi, quanto nella prosa poetica risalgono la malinconia, il panico del passare del tempo con il conseguente desiderio di infinito, la ferocia critica alla religione, alla moralità e all’ipocrisia della società del suo tempo.

La sua opera indubbiamente più conosciuta è “Les Fleures du Mal”, dedicata al suo maestro e amico Théophile Gautier. La sua struttura iniziale è divisa in 6 parti; Spleen e Ideale, Scene di Parigi, Il vino, I Fiori del Male, L’Insurrezione e La Morte. La sua opera fu censurata dall’oltraggio e morale pubblica.

Il “Paradisi Artificiali” è un’altra delle sue opere di grande culto, nella quale ci descrive le sue esperienze con l’alcool, l’ascisc e l’oppio.

I piccoli “Poemi in Prosa o Lo Spleen di Parigi” è una collezione di 50 poemi scritti in prosa. Non esiste un collegamento tra le sue parti e si può cominciare la lettura in forma aleatoria. Come disse l’autore: “Staccate una vertebra e i due frammenti di questa tortuosa fantasia torneranno ad unirsi senza sforzo”.

Ara

Ripercorre Parigi seguendo l’orma dei grandi poeti della fine del secolo XIX che cambiarono il rombo della poesia mondiale. Sono molte le librerie dove si possono trovare i suoi libri e molti luoghi dove leggerli. Godete della città che lo vide nascere, crescere e rivoluzionare affittando appartamenti a Parigi

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Tradotto da: Vanessa
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