BAYERN MONACO – SCHALKE 5-1 I PROMOSSI
Robben – Sulla fascia è incontenibile: dribbla qualsiasi cosa si trova davanti, segna tre gol e ne sfiora un paio. Kolasinac, il diretto avversario sulla fascia, avrà il mal di testa per alcune settimane. Dodici mesi fa, incredibile ma vero, era solo una riserva del Bayern di Heycknes. Poi l’infortunio di Kroos. E il destino cambia. Incontenibile.
Alaba – Un gol, un assist vincente, qualità e quantità. Cos’altro pretendere dall’instancabile terzino austriaco? Le sue sgroppate sulla sinistra mandano in tilt la fragile retroguardia knappen, grazie anche ad un Farfan poco incline a dare una mano a Howedes in fase difensiva. Trottolino di qualità.
Mandzukic – Segna, partecipa al gioco, fa un assist e si procura anche un calcio di rigore. Guardiola, poco incline all’utilizzo di una vera prima punta, ormai ci rinuncia solo di rado. Definirlo esclusivamente “prima punta”, però, è oggettivamente riduttivo. Ed è, tatticamente parlando, un giocatore prezioso come pochi al mondo. Determinante.
Thiago Alcantara – Complici le contemporanee assenze di Shaqiri e Ribery, parte largo a sinistra e scambia spesso la posizione con Gotze. Tocca un’infinità di palloni in ogni zona del campo, garantisce qualità alla manovra bavarese ed è ormai pienamente inserito nel gruppo. Onnipresente.
BAYERN MONACO – SCHALKE 5-1 I BOCCIATI
Kolasinac – Mercoledì Bale. Oggi Robben. Non sono state giornate semplici per il giovane terzino sinistro bosniaco. Un qualcosina in più, però, era lecito attendersi. Non riesci mai a bloccare l’olandese, davanti – per ovvie ragioni – non si vede mai. Disastroso.
Papadopoulos – Come il resto dei compagni, viene travolto dal ciclone Bayern. Non incide, viene spesso saltato e, a quindici minuti dal termine, si becca pure un rosso decisamente evitabile. Pianto greco.
Draxler – Al cospetto di quella che, secondo alcuni addetti ai lavori, potrebbe essere la sua futura squadra, fallisce miseramente. Aiuta poco dietro, si accende poco davanti, e anche quando viene spostato in mezzo non lascia traccia. Stranamente abulico e senza personalità. Serata no.
Keller – Perdere era nella logica della cose, ok. Ma giocare rintanato nella tua metà campo con ben cinque giocatori con caratteristiche prettamente offensive, è un suicidio. In molti ( a ragione) sostengono che non sia un allenatore da grande squadra: oggi, come mercoledì e mille altre volte ancora, l’ha confermato in pieno. Levategli il patentino (ammesso che ne sia in possesso).