La sveglia mi strappò da un sonno impastato di incubi e di sudore. Prima ancora di aprire gli occhi, mi passai velocemente una mano sotto l’ascella umida e l’annusai. Niente da fare, avrei dovuto lavarmi e questo mi avrebbe rubato altri dieci minuti di dormita che ero intenzionata a concedermi. Spostai il lenzuolo e mi resi conto di essere nuda. A quel punto mi svegliai davvero e mi guardai intorno per trovare qualche traccia maschile: mutande, scarpe, calzini, o meglio ancora un uomo. Niente. Nessuno. Forse ero stata con qualcuno e lui se ne era già andato? Prima delle sette? Impossibile! O forse avevamo scopato e basta e poi mi ero addormentata? Mi infilai un dito nella fica e lo portai alla bocca. No, niente sapore di sperma, solo roba mia. E allora che cazzo ci facevo nuda? Perché la canottiera e le mutandine erano finite sotto il mio letto? Arrancando verso il bagno, lanciai un’occhiata al termometro appeso al muro che mi chiarì il mistero di quella mattina: la temperatura odierna era aumentata di cinque gradi rispetto a quella di ieri e durante la notte mi ero denudata per il gran caldo. Mentre stavo seduta sulla tazza con il viso fra le mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia, Demon, il mio gatto, miagolando con un balzo raggiunse la mia schiena.“No, no, scendi, ora vengo a darti da mangiare, scendi”, ma così dicendo, mi alzai leggermente e Demon, temendo di perdere l’equilibrio, si aggrappò con forza alla mia pelle. Le sue unghie conficcate nelle carne mi fecero urlare di dolore, ma mi procurarono una piacevole scarica nel basso ventre.
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“Spogliati tu, fammi vedere le tette!”Dovevo giocarmela bene con questo cretino, perché era talmente eccitato che, se mi fossi spogliata, sarebbe venuto nelle braghe ancora prima di farmi divertire.“Perché non giochiamo un po’?” Dissi allontanandomi da lui.“Non voglio giocare, voglio mettertelo nel culo!”“Sì ho capito, ho capito! Ma abbiamo tutto il tempo no? Perché fare in fretta?” Presi un largo nastro in seta nera, quattro meravigliosi cordini in fibra ultraresistente e un lungo nastrino di velluto viola.“Che vuoi fare?” Mi guardò in tralice e fece per andarsene, ma mi avvicinai a lui, gli sbottonai i pantaloni e glielo tirai fuori. Ce l’aveva ancora più piccolo e più brutto di quanto avessi immaginato. Nonostante fosse già fradicio e avesse un terribile odore di formaggio scaduto, glielo presi in bocca. Dopo due o tre movimenti mi scostai e gli dissi: “Ora posso legarti?”“S…Sì, come vuoi, ma prendimelo ancora Flora!” Sapevo essere molto convincente!Come un bravo cagnolino ubbidiente si fece bendare, si spogliò, si sdraiò come gli avevo chiesto e io gli legai ogni arto ai quattro angoli del mio letto in ferro battuto. Mi spogliai e rimasi con il completino celeste e gli stivali sporchi di fango.“Tanto per la cronaca, brutto stronzo, io mi chiamo Nora!” E gli assestai uno schiaffone in pieno viso: il suo cazzo si ammosciò all’istante, ricadendo su un fianco.“Che cazzo fai puttana?”“Ti insegno l’educazione!” E gli montai sopra la pancia a cavalcioni, mentre si dimenava come un pazzo.“Più ti muovi più ti fai male, queste corde sono molto resistenti e rischi di tagliarti polsi e caviglie” dissi mentre gli accarezzavo il petto.“Tu sei pazza, liberami subito maledetta!” E provò a respingermi, ma strinsi le gambe e lo tenni come in una morsa.“Sei abituato a vedere gli altri sottostare alle tue pretese e a tiranneggiare la tua stupida moglie. Io invece non tollero intralci mentre lavoro. Sai cosa sei stato oggi per me? Questo!” Gli tolsi la benda e girandomi leggermente gli mostrai i piccoli graffi di Demon sulla mia schiena.“Guarda, sono tanti e piccoli, non fanno male, ma bruciano, prudono e danno fastidio. Anche tu mi infastidivi oggi ogni volta che aprivi bocca.”Iniziai a graffiargli la carne, lentamente e a lungo.“Smettila, lasciami!” Lo sentivo contorcersi sotto di me, ma continuavo inesorabile a strisciare le mie unghie sul suo corpo.“No, non la smetto, tu non ti sei mai fermato oggi! Un ciclo continuo di stronzate!”
NORA NOIR - LE NOTTI DI NORA NOIR
Seguiremo Nora durante le sue giornate di lavoro (è una guida turistica), ma anche nelle normali faccende quotidiane, come pagare una bolletta, fare una passeggiata al parco o bere una birra.
Nora si muove in una Londra scandita dai suoi piccoli problemi, dalle visite ai suoi schiavi sparsi un po' in ogni dove e dal desiderio di rivalsa sui piccoli fastidi della vita.
Ogni notte, in quella sorta di inferno dantesco che è la sua stanza, Nora si vendicherà di chi l'ha fatta star male durante il giorno, tramite divertenti torture sadomaso.
I cinque racconti che appartengono a questa collana sono:Ma piove sempre qui?!Non sento le tue urlaLo specchio dalla cornice dorataLa venere bionda del Sig. NoirVenere contro Venere – Lavittoria della Bionda
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