Rifacimento in versione moderna di un grande classico letterario, il film si presenta senza grandi pretese a partire dal trailer: il suo obiettivo è raccontare in maniera leggera e spensierata la storia di un bellissimo e popolare ragazzo (interpretato perfettamente dall'attore Alex Pettyfer), che improvvisamente si trova catapultato nel suo incubo peggiore: essere brutto e poco attraente.
95 minuti che scorrono via senza infamia ne lodi, di sussulti o "colpi di scena" se ne vedono ben pochi, anzì, non se ne vedono affatto; purtroppo tutte le rivistazioni risentono di questo grande limite: hanno un finale scontato; insomma chi avrebbe dubitato del lieto fine? Del bacio strappalacrime della giovane e bellissima coppia? Del trionfo dell'amore eterno? Proprio nessuno. Spero che qualcuno non sia entrato in sala con presupposti diversi, in tal caso sarà rimasto davvero molto deluso.
Puntualizziamo una cosa: il film è interessante e non ci sono dubbi, nel suo piccolo riesce a trasmetterti sensazioni positive e nostalgiche verso un qualcosa di patinato e irreale, ma a livello di copione non si distanzia molto dal cartone animato. Anzì, il lavoro targato disney, riesce a tastare con più decisione le corde di una questione sicuramente impegnativa e da sempre attuale: quella del diverso.
L'opera "La Bella è la Bestia", infatti, nasce come tentativo di esorcizzare e alleggerire una delle dispute psicologiche sempre più irrisolte della natura umana: l'accettazione del prossimo, di colui che è difforme e distante dalla nostra persona; in maniera molto ipocrita (anche me stesso) ci ripromettiamo quotidianamente di non emarginare il "diverso", di non farlo sentire "estraneo" ai nostri occhi e a quelli degli altri: cosa che invece, purtroppo, accade puntualmente. Noi uomini non riusciremo mai ad ammetterlo, ma non saremo mai in grado di "aiutare" tali soggetti, e se qualcuno ce lo domanderà, affermeremo con presunzione e spavalderia di essere "vicini" a queste persone, quando nella realtà dei fatti siamo i primi a volerci allontanare, i primi a posizionarci a distanza di sicurezza, i primi ad abbandonarli.
Se il regista avesse voluto trasmettere un messaggio consistente, avrebbe dovuto cambiare radicalmente il finale della pellicola; e questo non significa ripudiare il lieto fine, ma tentare di rimanere vicine a quelle persone che allo specchio preferiscono non guardarsi, quelle persone che non hanno l'opportunità di socializzare senza occhiattacce e visi truci, quelle persone che nella condizione di "mostro" sono costrette a viverci, e probabilmente ci vivranno per sempre; come si sarebbe dovuto sentire una "bestia" del mondo reale al cospetto di questo fausto finale? Quale speranza gli è stata inoltrata? Purtroppo per loro non apparirà mai una strega pronta a risolvere le loro situazioni.
Dire che al film manchi una "degna" conclusione è un ovvietà, ma a scarseggiare ancora di più è una certa sensibilità, fattore che rimanda all'ipocrisia di cui ho accennato ad inizio recensione.Ovviamente Beastly non è solo un lungometraggio scontato ed irreale; da parte sua il regista ha avuto il merito di azzeccare perfettamente gli attori: con Vanessa Anne Hudgens a suo agio nel ruolo dell'innocua e innocente teenager, e con un Alex Pettyfer perfettamente calzante nel ruolo di bello e irraggiungibile; nota di merito anche all'interpretazione di Neil Patrick Harris che, nei panni di un cieco, riesce a strappare risate e ilarità senza freno; forse meritava leggermente più spazio.
La fotografia e e il trucco sono altre note di qualità: il "mostro" Pettyfer non poteva essere ridotto peggio; ha impressionanti cicatrici che macchiano l'intera superficie del suo corpo statuario e fili d'argento che gli trapassano il viso come il più sgradevole dei supereroi; La stessa strega, interpretata da una delle gemelle Olsen, appare inquietante nella sua presentazione: pelle diafana, viso cereo, e occhi profondi e spalancati che non promettono nulla di buono.
Il film, inoltre, sul finale stimola ad una timida riflessione: la bellezza, al giorno d'oggi, conta davvero tutto? A voi l'ardua sentenza.
Mr.Glasgow