Beasts of No Nation è un film del 2015 scritto e diretto da Cary Fukunaga, regista della prima stagione di True Detective (la cui mancanza si è fatta sentire eccome in quella successiva) e basato sul romanzo omonimo di Uzodinma Iweala. Un film di guerra, o meglio il racconto di formazione alla guerra di un ragazzino rimasto improvvisamente orfano per effetto della guerra civile in un paese africano non meglio specificato. Il ragazzino è interpretato daAbraham Attah, superlativo nel mimare il trauma, la rottura psicologica prolungata che la guerra procura a un ragazzino che non avrebbe mai pensato di sparare un colpo in vita sua e lo deve fare invero per sopravvivere, nella speranza di ricongiungersi con la madre dopo aver assistito all’uccisione del padre, del fratello e dell’intero villaggio ed essere caduto preda di uno dei tanti signori della guerra locali, il Comandante (lo straordinario Idris Elba) e il suo esercito di bambini e ragazzi entro cui inizierà ad usare le armi, uccidere e voltare lo sguardo altrove.
Siamo davanti a un mix manieristico tra Apocalypse Now e Full Metal Jacket stavolta con l’infanzia tradita come oggetto di follia e un mondo osceno come accademia. È forse la voce fuori campo di Agu la premura di troppo di un film che ha avuto più cura per lo spettatore che per il protagonista: laddove gli eventi potrebbero infittirsi di realismo, destando l’orrore che regna in simili situazioni e costituendone esperienza vivida, la voce fuori campo ribatte una prevedibile parabola e così la guerra civile africana diviene un habitat praticabile per la coscienza sporca dello spettatore, anziché un caos primordiale che sfugge a qualsiasi tentativo di intelligibilità come nei capostipiti del genere.
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