#BeautyIcon: Marisa Berenson

Creato il 30 gennaio 2015 da Accidiosav @accidiosav

La #beautyicon di questo venerdì non è londinese, ma appertiene ancora una volta agli anni '60 e '70. Modella, attrice e socialite, Marisa Berenson è stata soprannominata da Yves Saint Laurent "the girl of the Seventies" (la ragazza degli anni Settanta) e da John Corry del New York Times, in un editoriale del 1974, "The Queen of the Scene" (la regina della scena).

Una famiglia importante alle spalle (la nonna Elsa Schiapparelli, stilista; il bisnonno Giovanni Schiapparelli, l'astronomo che ha scoperto i canali di Marte; il cognato Anthony Perkins, protagonista di Psycho) e una vita da socialite; giornate divise tra club disco e servizi fotografici; l'essere musa di Andy Warhol e degli editor delle maggiori testate di moda. Tre film importanti: Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971), Cabaret (1972) e Barry Lindon di Stanley Kubrick (1975).

Una brutta reputazione però, dovuta allo stile di vita stravagante, alle arie di superiorità e a un modo di fare snob, tanto da farsi soprannominare Il Pitone.

Lo stile cambia con le mode, ma ciglia lunghissime e folte rimangono un cavallo di battaglia. Negli anni '60 il trucco è in stile mod, con tonalità pastello e ombreggiature molto forti à la Twiggy. All'inizio degli anni '70 i capelli diventano più lunghi, la carnagione più ambrata e il kajal inizia a prendere vita nel makeup. Da metà anni '70 è invece il rossetto il punto focale del makeup, ovviamente in rosso.


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