Dopo l'alluvione è tornato a Genova - ricorda Becchi - ma invece di presentarsi con gli stivaloni e con la pala, come avrebbe dovuto fare, è sceso da Sant'Ilario in scooter! Anche mio figlio, che ha 17 anni, quando lo ha visto arrivare in quel modo si è indignato, mica ci volevano gli angeli del fango... Se ha scelto di andarci, non doveva comportarsi come un politico qualsiasi". Paolo Becchi condanna anche l'episodio avvenuto a Bruxelles, con la lite tra Grillo e un giornalista che voleva fargli una domanda: "Se non voleva rispondere, perché ha indetto la conferenza? Nessuno lo obbligava. Chissà chi lo consiglia". E poi c'è la denuncia, presentata in procura, contro il patto del Nazareno. "Sul web stanno ancora ridendo. Che senso aveva fare quella denuncia? Ora hanno aperto un fascicolo e un procedimento contro ignoti: ma Renzi e Berlusconi sono ignoti? Mi hanno raccontato che in procura si rideva a crepapelle..." E domenica prossima, in Emilia Romagna e Calabria, si voterà per le elezioni regionali, un test importante per tutte le forze politiche, ma soprattutto per il M5S dopo il flop delle comunali calabresi. Becchi è decisamente scettico sulle possibilità dei 5 stelle: "Non ci si rende conto che se alle regionali prenderemo percentuali da prefisso telefonico, come è già successo alle comunali di Reggio Calabria, per noi questo significherà il crollo. Rassegnarsi a una logica di sopravvivenza. E non era questo lo spirito di un Movimento che fino a poco fa diceva di voler cambiare non solo la Calabria e l'Emilia ma tutta l'Italia". E lo stesso Grillo, secondo indiscrezioni, non parteciperà ai comizi di chiusura delle campagne elettorali dei candidati, Giulia Gibertoni in Emilia e Nuccio Cantelmi in Calabria: secondo Becchi, "si è stancato, o vuole passare la mano a qualcun altro. Un capo politico di un movimento, non può rendersi conto che la sua presenza può valere anche due o tre punti: sono percentuali che fanno la differenza. Sarà un test importante, ma piuttosto che fare figuracce ci si poteva comportare come in Sardegna, quando alle scorse regionali si è deciso di non partecipare. Sarebbe assurdo - conclude Becchi - che mentre in Inghilterra cresce Farage, in Francia Marine Le Pen e qui la Lega, Grillo crollasse. Ma a livello nazionale vedo grosse difficoltà".
Dopo l'alluvione è tornato a Genova - ricorda Becchi - ma invece di presentarsi con gli stivaloni e con la pala, come avrebbe dovuto fare, è sceso da Sant'Ilario in scooter! Anche mio figlio, che ha 17 anni, quando lo ha visto arrivare in quel modo si è indignato, mica ci volevano gli angeli del fango... Se ha scelto di andarci, non doveva comportarsi come un politico qualsiasi". Paolo Becchi condanna anche l'episodio avvenuto a Bruxelles, con la lite tra Grillo e un giornalista che voleva fargli una domanda: "Se non voleva rispondere, perché ha indetto la conferenza? Nessuno lo obbligava. Chissà chi lo consiglia". E poi c'è la denuncia, presentata in procura, contro il patto del Nazareno. "Sul web stanno ancora ridendo. Che senso aveva fare quella denuncia? Ora hanno aperto un fascicolo e un procedimento contro ignoti: ma Renzi e Berlusconi sono ignoti? Mi hanno raccontato che in procura si rideva a crepapelle..." E domenica prossima, in Emilia Romagna e Calabria, si voterà per le elezioni regionali, un test importante per tutte le forze politiche, ma soprattutto per il M5S dopo il flop delle comunali calabresi. Becchi è decisamente scettico sulle possibilità dei 5 stelle: "Non ci si rende conto che se alle regionali prenderemo percentuali da prefisso telefonico, come è già successo alle comunali di Reggio Calabria, per noi questo significherà il crollo. Rassegnarsi a una logica di sopravvivenza. E non era questo lo spirito di un Movimento che fino a poco fa diceva di voler cambiare non solo la Calabria e l'Emilia ma tutta l'Italia". E lo stesso Grillo, secondo indiscrezioni, non parteciperà ai comizi di chiusura delle campagne elettorali dei candidati, Giulia Gibertoni in Emilia e Nuccio Cantelmi in Calabria: secondo Becchi, "si è stancato, o vuole passare la mano a qualcun altro. Un capo politico di un movimento, non può rendersi conto che la sua presenza può valere anche due o tre punti: sono percentuali che fanno la differenza. Sarà un test importante, ma piuttosto che fare figuracce ci si poteva comportare come in Sardegna, quando alle scorse regionali si è deciso di non partecipare. Sarebbe assurdo - conclude Becchi - che mentre in Inghilterra cresce Farage, in Francia Marine Le Pen e qui la Lega, Grillo crollasse. Ma a livello nazionale vedo grosse difficoltà".
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