Bed time

Creato il 02 agosto 2012 da Misterjamesford
Regia: Jaume BalagueròOrigine: SpagnaAnno: 2011Durata: 102'
La trama (con parole mie): Cesar è il custode di uno stabile. Un uomo solo e tendente alla depressione, legato ad una madre ormai morente in ospedale cui affida tutte le sue confessioni ed inquietudini.
Cesar è in cerca di una rivincita, perchè se c'è una cosa che detesta è il sorriso degli inquilini che lo salutano come se niente fosse al mattino, dicendo che va tutto bene.
Non va tutto bene. E Cesar lo sa.
Perchè lui è una delle cause principali della loro inquietudine, delle sfortune, degli episodi più terribili che possano capitare nel momento in cui viene violato il nostro più intimo rifugio.
A fare le spese della missione del custode e divenirne il bersaglio principale è la giovane Clara, lontana dal fidanzato e sola nell'affrontare la minaccia dell'uomo.

Non ho mai particolarmente amato Balaguerò e il suo Cinema.
Fin dai tempi della grande stagione che vide la settima arte iberica divenire la protagonista degli scenari autoriali europei - un pò quello che sta accadendo ora con la Francia - qualche anno fa, ho sempre giudicato i lavori del regista nativo della Catalunia - escludendo forse il solo Rec - piuttosto scarsi, privi di logica ed interesse al punto tale da bastonarli spesso e volentieri senza troppi complimenti.
Alla notizia dell'uscita nelle sale italiane di Bed time, ho pensato che una pioggia di bottigliate si sarebbe abbattuta tra capo e collo del buon Jaume senza che battessi ciglio, soprattutto ben sapendo che il mio nemico per eccellenza Cannibale ne aveva tessuto le lodi.
Poi, un pò per la passione di Julezper i film corredati di morti ammazzati e spaventi vari, un pò per alcune altre recensioni sicuramente più fidate rispetto a quella del mio antagonista - ahahahahahah! -, la curiosità di affrontare la visione con qualche aspettativa in più è cresciuta, e, devo ammetterlo, anche in buona parte mantenuta.
Addirittura potrei arrivare a dire che Bed time è il miglior film di Balaguerò, il primo che pare solido e convincente dall'inizio alla fine, tanto da farmi quasi dispiacere per alcune sbavature che, se sistemate in fase di scrittura e produzione, avrebbero sicuramente portato il cineasta spagnolo alla consegna di un vero e proprio cult del genere all'audience.
A partire dal protagonista - un sempre ottimo Luis Tosar, che un paio d'anni fa mi strabiliò in Cella 211 - e da quel ruolo apparentemente innocuo che è il custode di un condominio, Balaguerò costruisce un thiller di notevole tensione giocato nella sua quasi totalità sulla visione del "cattivo" - un pò come fu per uno dei capistipite del genere, L'occhio che uccide di Powell, Capolavoro indiscusso che tutti dovrebbero recuperare, o Frenzy di Hitchcock, con i suoi delitti mostrati in soggettiva - e ribaltandone di fatto il ruolo on screen, portandolo al centro di momenti che mi hanno riportato alla mente le disperate fughe casalinghe di James Caan in Misery non deve morire - strepitosa la sequenza all'interno dell'appartamento della giovane vittima Clara con il faccia a faccia tra Cesar ed il fidanzato della ragazza - quasi si trattasse del protagonista in cerca di salvezza.
Come se non bastasse, l'idea di essere violati non tanto nel corpo o nello spirito quanto rispetto alla propria casa rappresenta senza dubbio una delle sensazioni di disagio maggiore che possano esistere, come se quello che, di fatto, è il rifugio in cui troviamo quotidianamente ristoro, fosse più sacro perfino della nostra stessa carne, che sappiamo di poter tentare di difendere sempre e in ogni momento, almeno fino a quando le forze ci assistono.
L'idea, inoltre, che questa intrusione possa avvenire con noi tra le mura risulta ancora più inquietante e terribile, quasi per il Male non potessimo essere bersagli più semplici nel momento in cui riusciamo a sentirci davvero al sicuro: e a rendere possibile tutto questo, un personaggio oscuro e disturbante, un uomo in grado di fare della sofferenza altrui - soprattutto quella ammessa - la sua felicità, tanto da arrivare a "risparmiare" il suo vessatore più ostinato e convinto, l'unico uomo apparentemente infelice ed insoddisfatto del condomino.
Il tutto senza contare l'evoluzione sempre più sconvolgente del suo scontro con Clara, culminato con il terribile finale dal sapore così amaro da ricordarmi lo splendido La notte dei girasoli - se vi capita, recuperatelo, ne vale davvero la pena -.
Eppure, nonostante tutto questo, Bed time poteva - doveva? - essere molto di più, e la sensazione di un'occasione perfetta in parte sprecata resta soprattutto quando ci si sofferma sulla logica delle indagini della polizia - così come della reazione alla scoperta dell'invasione da parte di Clara e del fidanzato - o sul personaggio di colpo uscito di scena della signora Veronica, il cui faccia a faccia conclusivo con Cesar pare il ritratto ad uno specchio della solitudine di entrambi i personaggi.
Peccato davvero, perchè con un'attenzione maggiore questo già convincente lavoro avrebbe potuto rivendicare una posizione di rilievo in un'ipotetica classifica di genere rispetto alla produzione degli ultimi anni, in grado di regalare davvero poco ad un pubblico che, nonostante le apparenze, continua ad essere assetato di quella tensione che solo la paura dei mostri sotto il letto riesce a trasmettere.
MrFord
"I know they're under the bed, that's where they hide
I know they need to be fed every night
they live deep under the bed, way down below
I found the skin that they shed cuz they eat there and they breathe there, and they grow."
Alice Cooper - "Under the bed" -

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