Befana: l’esorcismo del femminile

Da Renzo Zambello

La Befana è nell’immaginario di tutti un mitico personaggio con l’aspetto di una vecchia che porta dei regali ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Ci spiegano gli antropologi che l’ origine si perde nella notte dei tempi e discende da tradizioni magiche precristiane dove elementi folcloristici si sono fusi con quelli cristiani: la Befana porta i doni  come i Magi li portarono a Gesù Bambino.

L’immagine della Befana è abbastanza stereotipata: è una vecchia brutta con la gobba, il mento aguzzo e il naso adunco, vestita di stracci e coperta di fuliggine perché si infila nei camini.

In realtà è un personaggio curioso, fortemente radicato nell’immaginario, amato ma anche molto temuto. Ricordo che quand’ero bambino, quella notte che doveva arrivare  si stava ben coperti sotto le lenzuola e si aveva un gran paura di farci vedere ma, la si aspettava con ansia. Lei è fata e maga, generosa ma severa. Chi è alla fine la Befana?

Marco, un mio paziente che non aveva mai “toccato una donna” pur desiderandole tanto, un giorno mi raccontò: “Era piccolo, forse non più di quattro, cinque anni e mia madre mi stava rimproverando per qualcosa che avevo fatto. Ebbi paura e vidi mia madre trasformarsi in “una befana”. Lei mi teneva schiacciato a terra impedendomi di scappare. Avevo paura”.

Marco poi, piano, piano imparò che non tutte le donne erano come sua madre e che forse neanche sua madre era quella befana terribile. Incominciò a frequentarle, si sposò e ora ha una vita tranquilla. Però è evidente come in Marco il femminile fosse percepito come pericoloso e castrante e confuso con la madre che con i suoi doni diventa una strega cattiva che imprigiona. C’è questa continua oscillazione del femminile buono, appetibile, desiderabile che sazia ma che può diventare pericoloso e mortale. In fondo non è molto diverso quello che succede ad Hänsel e Gretel nella fiaba dei fratelli Grimm. E’ la paura del femminile che rimane sostanzialmente inscindibile dalla maternità vissuta come generosa ma potenzialmente mortale.

Sapete come ha superato la sua ansia di castrazione Marco? Ha fondato una Onlus che distribuisce doni ai bambini del terzo mondo. Mi si dirà che è rimasto un nevrotico e, chi ha mai detto che le nevrosi non siano utili?

di Renzo Zambello

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Tags: befana, femminile