Belive it or not

Creato il 29 aprile 2011 da Royaldriver

Sulla prescindibilità dell'esprimersi.
La rubrica 'Believe it or not' si propone di raccontare i fatti più strani ed inquietanti della rete, uno specchio parziale, forse distorto, ma indicativo per intuire i cambiamenti in atto nella società postmoderna.
Believe it or not, si sofferma in questa occasione sui pericol i rappresentati dalla diffusione indiscriminata di ogni tipo di prodotto culturale ed artistico.
In un mondo di informazione veloce e prodotti tecnologici alla portata di tutti, viene spesso sottovalutata la conseguenza della facilità di fruizione e imitazione di pratiche creative. Programmi televisivi, software sofisticati, siti internet , contribuiscono a diffondere la malsana idea che chiunque è potenzialmente in grado esprimere la propria personalità.

Se per De Chirico l'impressionismo è costato lo sdoganamento del dilettantismo, allora viene da chiedersi cosa avrebbe pensato di youtube o PhotoShop!

Un esercito di grafici, fotografi, grafittari, imbrattatele e digei, si sente in dovere di dare il proprio contributo al già saturo e svilito mondo di Minerva! Ma come fargliene una colpa, se questi giovinastri traggono esempio e riferimento da quella nutrita schiera di artisti egocentrici, spesso tossicodipendenti e sbandati, divenuti famosi proponendo -passatemi il termine- fregnacce vomitevoli. A quale pro, ingobbirsi su fogli F4 o dentro camere oscure, rovinarsi i polpastrelli su ruvide corde di ferro, quando è sufficiente imbustarsi una -perdonate il francesismo- merda, o - non vogliatemene per la franchezza- registrare una scorreggia per diventare famosi?

Come sempre la cronaca diventa emblematica, riportiamo questo stralcio di notizia locale:

"Un incidente assurdo che poteva tramutarsi i in tragedia, ha avuto luogo nella scuola media Giacomo Leopardi del piccolo comune di Cenati, in provincia di Agrigento. La vicenda, che ha per protagonista il tredicenne Alfonso Rondini, studente modello del secondo anno, risale allo scorso venerdì, durante la lezione di educazione artistica. A detta della professoressa Annabella Gardinghi, il ragazzo ha sempre dimostrato un interesse e una predisposizione particolare per la materia. "Spesso mi raggiungeva fuori dall'aula, finita la lezione, per continuare a chiedermi curiosità su questo o quell'artista, anche se non previsti dal programma". [..]

Il compito sottoposto alla classe per il fine settimana era di ampio respiro: la riproduzione di un opera che aveva particolarmente destato la curiosità dello studente.

Il lunedì seguente, chiamato alla lavagna per la presentazione del lavoro, Arturo ha scioccato la classe estraendo dalla tasca un coltello a serramanico, e incidendo con forza un taglio obliquo sul suo braccio.

Solo la reazione immediata della professoressa, e l'intervento tempestivo del 118 hanno impedito che la malsana iniziativa avesse un esito drammatico. Una volta riavutosi, interrogato sul motivo della sua azione, lo studente ha confessato di essersi ispirato a Gina Pane, performer estremo degli anni sessanta."Sono stato indeciso fino all'ultimo tra lui e uno degli ultimi lavori di Cattelan- ha confessato candidamente il giovane artista- ma poi ho pensato che magari la prof si arrabbiava se alzavo il dito medio davanti a tutti" [...] "


Genitori che leggete, non dovete sentirvi obbligati ad assecondare le velleità (perché spesso di nient'altro si tratta), creative dei vostri figli. Spiegate come il talento sia un dono che madre natura centellina, e non disperde a piene mani; coltivate in loro una sana e rilassata attitudine alla mediocrità e al banale. Vedrete quanto ne beneficeranno!


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