Bella ciao - "Genoa Social Forum - Un altro mondo è possibile"

Creato il 04 agosto 2011 da Robydick
2001, Marco Giusti, Roberto Torelli.
Quest'anno è da poco ricorso il decennale della bruttissima quanto importante vicenda del G8 di Genova del 2001 (dal 19 al 22 luglio) che vide trasformare un'oceanica manifestazione pacifista in violenta battaglia (notare, ho messo anche il tag "guerra" a questa rece), fatti di tale entità e portata che ancora oggi a pensarli sconvolgono. Non furono inutili. Credo sia stata la più grande manifestazione dei c.d. "no-global" di sempre. Quella bandiera diventò un simbolo diffusissimo, ricordo pregnante di quell'anno. Oggi è un po' fuori moda, per chi segue le mode.

Non ho trovato locandine degne di questo film, nemmeno su imdb. Prodotto dalla rai e mai apparso nei palinsesti generalisti è fortunatamente reperibile, non in qualità eccelsa ma, ripeto, re-pe-ri-bi-le! (Ha avuto un apprezzato passaggio a Cannes nel 2002 ne la "Semaine de la Critique").
Allora ho messo, oltre alla nota bandiera, una splendida interpretazione della canzone che lo titola, da parte dei Modena City Ramblers. Se proprio bisogna cambiare l'inno nazionale (e sono d'accordo), se l'Italia come molti pensano si è davvero unita dopo la liberazione da nazisti e fascisti (e sono abbastanza d'accordo), allora questo è il nostro Inno. Quanto mi piacerebbe poterlo cantare in uno stadio in qualsiasi occasione con la mano sul cuore, finalmente, sinceramente patriota.
Il film parte immediato coi funerali, e le manifestazioni che seguirono, di Carlo Giuliani, unica vittima e fu un miracolo che fu il solo, in un mare di feriti più o meno gravi. Altro fatto clamoroso che portò poi a processo e condanne rappresentanti le forze dell'ordine fu l'incursione notturna alla scuola Armando Diaz (c'era il "Media Center" del Genoa Social Forum e per molti giovani fu bivacco), un massacro a manganellate, calci e pugni dopo il quale molti, ancora feriti, furono portati invece che in ospedale nelle caserme di Genova, la Bolzaneto e la San Giuliano, oggi tristemente famose, a prendere il resto. Didascalie ci spiegano giorno, ora, via o piazza del filmato in corso, movimenti coinvolti, cosa avviene nei cortei... Quasi due ore la durata della versione che sono riuscito a vedere, mi pare la più completa in circolazione ma non sono sicuro di questo. Se non si conoscono i fatti, forse perché troppo giovani, meglio prendere info in giro. Non propongo link, sceglietevi quelli che preferite.
Onore, oltre ai registi Marco Giusti (notissimo esperto di Cinema, ideatore di Stracult, uomo mito per me) e Roberto Torelli, agli altri che hanno lavorato a questo certosino lavoro di montaggio: Carlo Freccero direttore di rai2 al tempo, che ha lavorato alla sceneggiatura con lo pseudonimo di "Sal Mineo", insieme ai due registi; Andrea Mastronicola, Marco Lombardo, Stefano Chiricozzi, Eduardo Lutzenkirken, Valentina Girodo, tutti al montaggio, il grande lavoro; contributo alle scelte musicali (si va dal metal, al pop, a Manu Chao all'epoca in gran voga...) da parte di Elena Giusti.
Tutto è composto esclusivamente da immagini di repertorio, filmati indipendenti, altri da telegiornali, tutto quanto fosse utile a dare forma e peso alla guerra urbana verificatasi ed anche, soprattutto, alla forza dei manifestanti civili e pacifici, la grande maggioranza che fu schiacciata tra l'incudine degli indecifrabili e violentissimi "black block" e il martello degli altrettanto violenti poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Su questi ultimi ci sono processi in corso, alcuni passati anche in giudicato con condanne, e non ci sono pareri da esprimere per quanto mi riguarda, rimetto tutto in mano alla giustizia. E anche in mano alle immagini, sono eloquenti alcuni pestaggi gratuiti come altre, una ad esempio che mostra il portadocumenti caduto a un celerino, con di fianco al tesserino un bel "santino" del duce. Ricordo distintamente che di black block pestati non ne ho mai visti, mentre di altri vestiti molto più coloritamente con facce insanguinate, doloranti, non ne mancarono di immagini, né allora né in questo stupendo documentario.
Ognuno rifletta su cos'è costato difendere quella maledetta e inutile Zona Rossa. Mi recai per lavoro a Genova pochi giorni prima del maledetto e inutile G8, casualmente, nella sede di una banca in centro, in piena Zona Rossa. Non ci sono solo Roma, Firenze, Venezia, tra le tante altre bellezze italiane c'è Genova, una città di rara bellezza, vedere per credere anche oggi, coi palazzi storici tirati a nuovo. Sola nota stonata erano i camion che scaricavano le cancellate per preparare barricate. Vederla poco dopo devastata, gli stessi luoghi intorno alla famigerata zona per i quali ero appena passato a piedi passeggiando in pausa pranzo, mi erose il cuore. Vogliamo essere garantisti coi fascistissimi poliziotti e carabinieri scritturati per l'occasione? Allora prendiamocela con chi ha dato precisi ed assurdi ordini alle forze dell'ordine! Con chi, con arroganza e privo di buon senso (gente che ragiona solo col cazzo in mano, come altri e recenti fatti poi han dimostrato), ha organizzato in quella città l'evento. Cercateli nel web chi sono, nei miei blog i loro nomi non compariranno MAI. Io a loro, che mi hanno dato del "coglione" solo per come votavo, rispondo come fa nel documentario una gran ragazza a un plotone di poliziotti che le vuole imporre di spostarsi: "Ma che cazzo vuoi? Sto qua, va bene?". E non s'è mossa di là... e pure io non mi muovo da dove sto, 'fanculo...
Per il frameshow, che è stato duro selezionare nelle immagini (198 quelle raccolte, sono sceso a circa 120 selezionando con qualche senso di colpa), ho scelto un pezzo dei Pink Floyd, "One of these days" nella storica performance del film "Live at Pompei" (appena possibile su questi schermi), con un Nick Mason ispirato alla batteria e di grande presenza scenica. Abbiate pazienza, la qualità del film che sono riuscito a vedere è quella che è e pure le immagini stesse utilizzate dai registi eran quelle che erano. Fanno il loro sporco lavoro lo stesso, credetemi...

Già! Come si vede dagli ultimi 2 frame del video: cosa è successo nelle 2 caserme già citate? Là di video non ne ha girati nessuno, men che meno i titolari dei luoghi. Ecco cosa non è stato possibile documentare da questo film.
Curiosità ma non solo, da un articolo di Repubblica, cronaca di cosa avvenne dopo la trasmissione del film a Cannes:
[...] Così Bella ciao, in un'edizione con un unico film italiano in concorso (L'ora di religione di Marco Bellocchio), finisce per diventare lo specchio di un Paese spaccato in due. A dimostrarlo, la situazione paradossale della proiezione di oggi: in una sala gremita, alla presenza degli autori e di decine di giovani, fa il suo ingresso Vittorio Sgarbi, nella veste di sottosegretario alla Cultura. Accolto da fischi e insulti, il critico abbandona la platea subito dopo i titoli di coda, senza partecipare al successivo dibattito.
"Parlate voi che avete Chirac e Le Pen", ribatte poi a chi lo critica, "voglio vedere cosa avrebbero fatto se il G8 si fosse venuto qui. Certo, a Genova la polizia ha sbagliato, ma le parole dette da Luca Casarini in un momento del documentario rivelano che i dimostranti volevano sfondare. E comunque si tratta di un'opera retorica, antigovernativa e militante, che non doveva essere realizzata dalla tv di Stato con i soldi pubblici".[...]

Io posso solo vergognarmi di essere stato rappresentato in quella manifestazione del Cinema da "cotanto" essere. Non me ne lavo le mani, ma che posso farci? Ho diritto a un solo voto che vale Uno. Chi ne ha permesso l'elezione mi auguro ci faccia qualche riflessione in più.
Robydick

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