Pericoloso fare un film in cui ci sono degli animali protagonisti: è una delle regole hollywoodiane non scritte a cui bisogna più attenersi, perché inevitabilmente l'umano che recita assieme al quadrupede finisce per fargli da spalla.
E un'altra regola non scritta è quella di stare molto attenti agli adattamenti di vecchie serie tv o cartoni animati perché si andrà sicuramente incontro al confronto con aspettative da parte dei fans o di chi ha avuto modo di apprezzare prima l'originale e poi l'adattamento cinematografico.
Sotto questo profilo sono illibato perchè non ricordavo neanche che ci fosse una serie di cartoni animati jappo che si chiamava Belle e Sebastien trasmessa in Italia tra il 1981 e il 1982.
Quindi mi sono messo alla visione senza aspettarmi nulla e fiducioso di assistere a un buono spettacolo.
Però...però..
Aspettative deluse anche se erano bassine. Diciamo che l'ho visto più che altro per curiosità professionale, per vedere questo cagnone ( o meglio cagnona) all'opera.
E con mio somma sorpresa ho cercato tracce del cane nei titoli di coda e non ne ho trovate, anzi ho trovato allarmanti didascalie di fantomatiche sequenze animatroniche. E il che mi ha lasciato piuttosto basito.
Va bene che ci siano correzioni in post produzione per non far girare scene troppo pericolose agli animali ( non solo il cane ma ad esempio all'inizio del film c'è una sequenza in cui viene salvato un cerbiatto orfano sul pendio praticamente verticale di una montagna) ma non trovare tracce del cane, del suo nome o degli addestratori mi ha alquanto sorpreso.
E se il cane protagonista fosse stato ricreato totalmente al computer?
E se non appartenessero a un cane vero , allora bisognerebbe togliersi il cappello perché è una simulazione di cane perfetta...
Il punto di forza di Belle e Sebastien sono senza dubbio le ambientazioni montane che fanno venire fuori tutto il gusto da documentarista del regista Nicolas Vanier .
Il respiro di queste sequenze è ampio, gli scorci sono suggestivi e maestosi, se l'occhio vuole sempre la sua parte in questo caso ce l'ha in abbondanza .
Il problema è la storia che viene raccontata: quando ci sono gli attori in scena le cose non vanno così bene.
Il piccolo Sebastien è un orfano in un villaggio dominato dall'esercito nazista in cui gli abitanti del luogo aiutano clandestini a trovare rifugio in Svizzera passando le montagne. La sua amicizia con Belle ripercorre tutti i classici clichet del genere , in questo senso è di una prevedibilità che non lo rende appassionante.
E a poco serve la mano felice di Vanier nell'inquadrare gli splendidi scenari naturali perchè il film quando deve mettere in mostra la sua sceneggiatura e i suoi dialoghi cola inesorabilmente a picco nonostante tutte le migliori intenzioni.
A essere magnanimi il copione si può definire anemico, non riserva alcuna sorpresa anzi si impantana spesso nelle paludi dello schematismo più bieco in cui per ravvivare un po' la narrazione c'è bisogno di introdurre dei nazisti da barzelletta per far incarnare loro il ruolo del Male assoluto.
Che poi tutto è relativo.
E poi anche il fatto che il piccolo Sebastien non sia tutto questo mostro di simpatia, beh, predispone maluccio in un film in cui non vediamo alcuna crescita emozionale del suo personaggio.
Belle e Sebastien è uno spettacolo innocuo ma confezionato con cura a cui manca qualcosa, forse un po' troppo inerte per smuovere adrenalina ed emozioni.
Peccato.
( VOTO : 5 / 10 )