Bellezza

Creato il 06 marzo 2011 da Renzomazzetti

 Dove cercherete e come scoprirete la bellezza, se questa non vi è di sentiero e di guida? E come ne parlerete, se non è la tessitrice del vostro discorso? L’afflitto e l’oltraggiato dicono: La bellezza è gentile e generosa. L’appassionato dice: No, la bellezza è forza e paura. In basso scuote la terra, e in alto il cielo nella tempesta. Altri nella fatica dicono: La bellezza è un fragile bisbiglio. Parla al nostro spirito. La sua voce, come una fioca luce che trema per l’ombra, viene meno nei nostri silenzi. L’inquieto dice: L’ho udita gridare tra i monti, e il suo urlo mi recò un frastuono di zoccoli, fremiti d’ali e ruggiti di leoni. Le guardie dicono alla notte: Con l’alba la bellezza sorgerà da oriente. Il viandante e l’operaio dicono al meriggio: Io la vidi che si sporgeva sulla terra dai davanzali del tramonto. D’inverno chi è isolato dalla neve dice: Essa scenderà sulle colline, in capriole, a primavera. Nell’afosa estate il mietitore dice: La vidi danzare con le foglie dell’autunno, e con spirali di neve tra i capelli. Così tutti avete descritto la bellezza, e in verità non parlavate di questa, ma di bisogni insoddisfatti, e la bellezza non è un bisogno, ma un’estasi. Non è una bocca assetata, e non è una mano vuota e protesa, piuttosto un cuore infiammato e un’anima incantata. Non è un’effige che vedete, a occhi spenti, e un canto che udite, a orecchie chiuse. Non è la ninfa nelle rughe di corteccia, né l’ala congiunta all’artiglio, piuttosto un giardino di fiori perpetui e uno sciame d’angeli eternamente in volo. Gente, la bellezza è la vita, quando la vita rivela il suo profilo benedetto. Ma voi siete la vita e siete il velo. La bellezza è eternità che si mira in uno specchio. Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio. ( meditazione su La bellezza di Gibran Kahlil Gibran).

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COS’E’ LA VITA?

Il passato non è, ma ce lo finge

la viva rimembranza;

il futuro non è, ma ce lo pinge

la credula speranza;

il presente sol è, ma in un baleno

passa del nulla in seno;

tal che la vita appunto

è una memoria, una speranza, un punto.

-Tommaso Sgricci-

(Castiglione Fiorentino, 1788 – Firenze, 1836)


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