La trama (con parole mie): Aiden e Woodrow sono amici da una vita, appassionati di Mad Max e pronti ad affrontare l'apocalisse post-atomica del personaggio reso noto da Mel Gibson a suon di lanciafiamme, auto modificate che sputano fuoco e distillano whisky ed una robusta dose di ironia.
Dal Wisconsin si trasferiscono in California, dove una notte conoscono in un locale Milly, una ragazza decisamente rock in giro con alcune amiche che da subito mostra una certa simpatia per Woodrow: al primo appuntamento i due viaggiano in macchina fino in Texas, ed inizia tra loro una storia che sconvolge gli equilibri e le amicizie.
Quando giungerà il momento della rottura, per il ragazzo si apriranno scenari decisamente più apocalittici di quelli presentati dal suo film preferito, e verranno messe in discussione tutte le sue relazioni, dal sogno alla realtà. Tornare in piedi non sarà affatto facile.
Ringrazio il buon Vincentper la sua segnalazione di questo titolo.
A volte si incontrano film che sono come quelle storie in cui tutto è sbagliato: c'è sempre qualcosa che non funziona, si litiga di continuo, si tira fuori il peggio da una parte e dall'altra.
Eppure l'attrazione - fisica o mentale che sia - tiene inesorabilmente legati, impedendo di recidere un legame senza dubbio dannoso: a volte è la chimica, a volte gli interessi, a volte il modo di approcciare il mondo, il più delle volte il sesso.Bellflower è come una di quelle storie.Un film sconnesso, rozzo, spigoloso, costruito, che ha il potere di irritare e colpire spesso e volentieri quando meno te lo aspetti, eppure clamorosamente cool, funzionale, potente, genuino e, di fatto, veicolo di una sbronza che pare un trip di un'ora e quarantacinque vissuto con il piede premuto sull'acceleratore anche quando pare di stare schiantati al sole come una lucertola in hangover.Tutto quello che avevo scoperto sorprendente ed interessante nel Kaboom di Gregg Araki è portato ad un livello superiore, creando un cocktail che deve certamente più di qualche citazione alla saga di Mad Max - che ora mi ritrovo con una voglia pazzesca di rivedere - e che diviene una vera e propria bomba ad orologeria grazie ad evidenti influenze di cult degli anni passati come Fight club o Cuore selvaggio spolverati con un bel pò dell'estetica grindhouse che dai tempi di A prova di morte, Planet Terror e La casa del diavolo ha conosciuto una sorta di seconda giovinezza.Il giovane regista Evan Glodell - autore della sceneggiatura nonchè protagonista nel ruolo di Woodrow -, dimostra di avere talento se non altro nel mescolare elementi che non sono farina del suo sacco riuscendo nell'impresa di farli apparire rivisitati secondo una sua mitologia personale - geniali i continui riferimenti a Lord Humungus -, senza dimenticare quanto l'ironia torni utile in casi come questo, in cui la spocchiosità da presunto artista è in agguato dietro ogni singolo fotogramma.L'aspetto più interessante, comunque, del suo lavoro, resta l'approccio totalmente grottesco e da "paura e delirio" rispetto a quello che è il motore del film: la decostruzione di una storia d'amore, con i suoi colpi bassi e quei momenti in cui pare di toccare il cielo con un dito - e non solo con quello -, il sesso e le ferite - dentro e fuori - che restano a farci compagnia ben oltre i limiti del rapporto, le amicizie ed i tradimenti, i se e i ma che ci si incollano addosso sul terreno minato per eccellenza dell'emotività.Neanche fossimo a bordo della spettacolare Medusa assemblata dai due inseparabili amici - ho trovato magnifico il legame tra i due protagonisti, simbiotico eppure mai oppressivo, costruito sulla presenza costante eppure completamente scombinato - assistiamo con la rottura tra Woodrow e Milly ad un vero e proprio cambio di marcia della pellicola, che ci sbatte contro i sedili e prende a sputare fuoco e fiamme dai tubi di scappamento, proiettandoci nel pieno di un viaggio allucinato e violento, sconnesso e totalmente istintivo ma progressivamente sempre più lucido, in uno dei crescendo conclusivi migliori che il genere sentimentale mi abbia riservato negli ultimi mesi.Perchè una storia capace di sconvolgerci la vita è quasi sempre un'illusione che la stessa possa cambiare grazie a lei?
Giochiamo ad illuderci chiudendo gli occhi a tutto quello che ci sta intorno - prime tra tutti le persone che tengono davvero a noi - convinti che la lotta non potrà che farci del bene, e portare a qualcosa di più grande: quante cazzate combiniamo quando crediamo sia amore.
Woodrow le prova sulla pelle, una dopo l'altra, in una spirale che pare senza ritorno, e come un elastico lo porta avanti e indietro su un'ascensore sconnessa che pare il più fulminato degli ottovolanti da luna park uscito da una specie di horror emozionale figlio degli ultimi fuochi dei seventies selvaggi: e si schianta, come in una vhs riavvolta fino a mangiarne il nastro.
Fino a svegliarsi.
O dormire per sempre.
E trovarsi di fronte alla leggenda di se stesso.
Lord Humungus non può essere sconfitto.
Lord Humungus prende quello che vuole senza chiedere.
Lord Humungus schiaccia quello che non gli sta bene.
Ma Woodrow non è Lord Humungus.
E neppure Mad Max.
Nessuno di noi lo è.
Specialmente quando c'è di mezzo il cuore.
E ancor più quando lo stesso si trasferisce in mezzo alle gambe.
MrFord
"I've got nothing to do, but hang around and get screwed up on you
I've got nothing to do, but hang around and get screwed up on you
your beauty makes me feel alone
I look inside but no one's home
screw that
forget about that
I don't want to think about anything like that."
Therapy? - "Screamager" -