La Buona Novella – Fabrizio De Andrè
Che De Andrè non sia stato un credente con il significato a cui diamo a questo termine è un dato di fatto oggettivo, e che l’album si colleghi al suo pensiero è dimostrabile dalla sua visione della religione; De Andrè, si sente di appartenere a un tutto che comprende tutto il creato, non si pone il problema di ricercare il principio, ma riconosce una logica in tutto ciò che ci circonda, che magari nei momenti di difficoltà chiamiamo con quei nomi che ci hanno insegnato da bambini, forse per mancanza di fantasia nel cercare altri.
Può sembrare strano, ma La buona novella si collega ai tempi in cui è stato concepito, il ’68, agli ideali di quel movimento, alle lotte portate avanti in quegli anni, paragonando un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell’autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. Lo stesso De Andrè, alla domanda come mai avesse fatto un album dedicato a Gesù Cristo, risponde dicendo che Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia!
In conclusione, bellimbusto definisce un capolavoro questo album , mi sembra alquanto riduttivo; i testi di alcune tracce sono qualcosa di sublime, pure e semplice poesia, e sopratutto le sensazioni che è in grado di trasmettere, sono a mio parere, uniche.
Peccato che il caro Fabrizio non sia più tra noi, solo fisicamente, dato che la sua musica lo manterrà vivo in eterno.
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