BeMyApp: piccoli geni crescono

Da Pinobruno

La prima edizione italiana di BeMyApp, a Bari, si è appena conclusa. E’ stata un’inedita maratona di tre giorni all’insegna della socializzazione creativa, per proporre e realizzare applicazioni per dispositivi mobili iOS e Android. Ci sono state più di cinquecento adesioni. Format californiano[1] ed entusiasmo pugliese. I ragazzi – per lo più sviluppatori indipendenti – si sono incontrati venerdì sera, hanno familiarizzato e condiviso idee ed esperienze, hanno formato i team e si sono messi al lavoro. Giornate scandite da eventi di formazione continua, con seminari, laboratori e dibattiti. Domenica pomeriggio le applicazioni sono state presentate. Una giuria di esperti ha scelto e premiato quelle ritenute più interessanti, innovative, usabili, spendibili sul mercato. In realtà hanno vinto tutte, perché ognuna aveva la sua peculiarità, ma il budget a disposizione era risicato e non si poteva fare di più. BeMyApp sarà replicata a Roma (aprile 2012) e Milano (settembre 2012).

Il "muro nomade" di Fedele Congedo, con il cloud delle idee di BeMyApp

Quali applicazioni erano in gara? Quali hanno vinto? Trovate tutto sul sito di BeMyApp. Qui mi preme raccontarvi una bella storia di passione e di stereotipi sfatati. Non c’erano bamboccioni, a BeMyApp, ma ragazzi con solido background professionale e culturale, cuore, cervello, ambizioni e fantasia.  Cioè gli ingredienti che altrove fanno la fortuna del territorio e delle nazioni, che li trasformano in humus produttivo e incubatori d’impresa.

Non disturbate, Creatività in corso...

Da questo punto di vista, BeMyApp è stata un’occasione perduta per le istituzioni locali. Qualche patrocinio, molte pacche sulle spalle degli organizzatori ma nessun sostegno economico. C’è la crisi, si dirà, e la Pubblica Amministrazione deve stringere la cinghia dei contributi. In questo caso, però, si trattava di un investimento produttivo, per valorizzare i talenti giovanili e frenare l’emorragia della fuga di cervelli.

Brainstorming a BeMyApp

Qualche giorno fa, a Londra, il sottosegretario alla Cyber Security, Francis Maude, ha rivelato che circa il 6 per cento del PIL britannico è generato dalla rete. ”E’ un dato destinato a crescere – ha detto Maude – il settore digitale diventerà più importante delle utilities e dell’agricoltura.

L’internet boom creerà 365mila posti di lavoro nei prossimi cinque anni e il governo vuole creare nuove opportunità per le imprese aiutandole, allo stesso tempo, a costruire una florida industria della cyber-sicurezza’. La crescita di internet – ha concluso Maude – ha rivoluzionato le nostre vite e sembra riservare all’orizzonte opportunità economiche e sociali”.

E allora? Continuiamo a snobbarli, i protagonisti del settore digitale. Andranno a far PIL altrove, dove li accoglieranno a braccia aperte, perché – a furia di pacche sulle spalle – stanno venendo fuori i lividi.


[1] BeMyApp è un format nato a San Francisco (Silicon Valley) ed è diventato un evento culta livello internazionale. Le ultime edizioni, tenutesi a Londra, Parigi, Marsiglia, Lione e Berlino, hanno coinvolto più di 2000 partecipanti generando circa 500 idee innovative che hanno dato vita a oltre 100 applicazioni tuttora in vendita sui marketplace.

BeMyApp ha lanciato numerose start-up grazie al patrocinio di aziende, investitori, enti, istituti e università in ambiti quali clean tech, healthcare, sicurezza, cittadinanza attiva.


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