Ottocento firme false per potere accedere alle elezioni regionali. Aggiunte alle richieste di alcuni amici per intervenire su procedimenti giudiziari e per le lotte interne per inserire Nicole MInetti ( una protagonista delle serate del premier) nella lista , offrono uno sfondo non rassicurante della politica lombarda del governatore Formigoni.
La procura di Milano ha inviato notifiche a comparire a una decina di consiglieri provinciali e comunali del Popolo della Libertà che hanno autenticato le firme necessarie per presentare alle elezioni del 2010 la lista “Formigoni per la Lombardia”.
Sono accusati di falso ideologico e dovranno spiegare come hanno potuto convalidare 800 firme , risultate poi false. E dire che non sono autentiche non è la perizia di un esperto , ma le tantissime persone ascoltate dai Carabinieri e che hanno detto che quella firma non era la loro. Ora gli autenticatori si troveranno di fronte ad una prova granitica.
“Chi raccoglie le firme non è il candidato, ma i partiti. La questione è stata sollevata in campagna elettorale ed è stata respinta dal Tar e dal Consiglio di Stato. E già la Corte d’Appello aveva giudicato le firme regolari” aveva liquidato la Formigoni. Ora però 3800 firme consegnate ( ne servivano 3500 ) , quasi 800 firme risultano false e tutto si riapre. I Radicali furono esclusi dalle Regionali.
Le liste furono fatte in fretta e furia perché Silvio Berlusconi doveva inserire ai primi posti , per essere esclusivamente eletti, Nicole Minetti e il suo fisioterapista Giorgio Puricelli. La lista , infatti, fu prima esclusa e poi riammessa dal Tar e fu oggetto di un esposto dai Radicali, che ne contestavano l’autenticità.
L’importanza delle scadenze era ben chiara a Formigoni , che si era attivato presso gli amici della P3 in grado di avvicinare i giudici e conoscere le toghe che si sarebbero occupate del caso. Il primo marzo Formigoni chiamò Angelo Martino , l’ex consigliere comunale campano , per chiedere conferma delle azioni dei giudici.
Formigoni si interessò perché il capo degli ispettori del Ministero della Giustizia , Miller , mandasse i controlli per verificare l’operato dei giudici e a chiederne conferma a Martino.