La sostanza è semplice. Gli italiani per il tifoso medio di rugby rientrano nel gruppo delle battibili del Six Nations, salvo sorprese: “It has become one of those no-win games for a lot of teams. If you thump them by a load of points then all of a sudden ‘it's only Italy’. If they play really well and you struggle, everyone suddenly says that you should have done better”.
A questo punto, arriva il suggerimento prezioso di Kay (nella foto all'ultimo Mondiale in Francia): quello di evitare di trasformare la partita con l’Italia in un incontro di rugby a 7, per puntare piuttosto su un gioco strutturato che preveda anche di piazzare, quando se ne presenterà l’occasione. Di fatto, si tratta di portare rispetto per l’avversario - o per lo meno di non sottovalutarlo palesemente - per evitare di ritrovarsi immischiati in imprevisti di qualsiasi genere.
D’accordo dunque che quella contro di noi è per molti un “no win-game” per le ragioni sopra esposte. Ma siamo altrettanto d’accordo che sarà la prima di tre filate a Twickenham per gli inglesi: fossimo nei loro panni, prenderemmo la pratica azzurra seriamente.