Bendandi: la storia dell'uomo che prevedeva i terremoti

Creato il 08 maggio 2010 da Filippovoyager

Leggere il futuro, fare previsioni, anticipare i fatti. Ecco uno dei desideri più reconditi e profondi dell'uomo, cercare di conoscere il proprio destino ancor prima che esso avvenga. Numerosi personaggi, più o meno famosi, si sono alternati nel corso della storia; da singoli, come il famoso Michelle de Nostredame, meglio noto come Nostradamus, a interi popoli, che sullo studio dei legami cosmici tra le stelle ed i fatti della vita hanno costruito la loro fama e la propria esistenza, quali i Maya, ma non solo. Ma c'è anche chi, studiando semplicemente la scienza ed i moti della terra, ha ottenuto e visionato scenari, in alcuni casi, catastrofici. Non molti ci hanno preso; i catastrofisti, in larga parte, hanno sbagliato cercando, forse, una estremizzazione delle loro teorie talvolta sinceramente eccessiva. C'è però chi ha azzeccato in pieno molti fatti e che, tuttora, continua a suscitare interesse e fascino, per l'avverarsi delle proprie teorie.
Uno di questi, sicuramente, è Raffaele Bendandi, sismologo autodidatta faentino che, con estrema precisione, è riuscito a prevedere molti terremoti poi, purtroppo, puntualmente verificatisi.Nato a Faenza il 17 ottobre del 1893, Raffaele fu costretto a causa dei disagi economici della famiglia, a lasciare i propri studi appena dopo l'ultimazione delle elementari. Iniziò quindi a lavorare, ma fece anche un corso di disegno tecnico e quindi lavorò per un orologiaio. La passione per le materie scientifiche(astronomia e geofisica)per lui, però, era manifesta e così, da autodidatta iniziò a studiarsi ciò che gli interessava, costruendosi, addirittura, da solo un telescopio e due giroscopi. A soli 15 anni iniziò ad approfondire lo studio dei terremoti, dopo quello devastante di Messina, intenzionato a cercare di individuare un metodo per poterli prevedere.Se si va da un qualsiasi sismologo, questo dirà sempre che i terremoti non possono essere previsti, ma studiati, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione; dalla scala Mercalli(in base ai danni a cose e persone), a quella Richter(in base all'energia sprigionata), ad i sismografi e così via. Prevedere i terremoti, dunque, per la scienza ufficiale, è impossibile. Bendandi, però, era convinto che non fosse così. Secondo lui, in qualche modo, c'era la possibilità, ma ancora non sapeva come potesse essere possibile. Era giovane Bendandi, ma in lui c'era un desiderio insito assolutamente vero di tentare un'impresa quasi impossibile.
Nel 1919 Bendandi prestava servizio di guardia presso la sua Naja e, in un momento di libertà andò sulla spiaggia a camminare, giunto sul bagnasciuga, volse lo sguardo alle onde che si rifrangevano a riva e che poi si ritiravano e fu allora che ebbe l'idea. Le mareggiata, il moto dei mari e degli oceani, avvengono qui, sulla terra, ma la causa delle stesse si trova altrove; infatti ciò che dà moto all'acqua è, in buona parte, l'attrazione che la luna esercita nei confronti della terra. Pensò: se la luna riesce ad attrarre l'acqua, essendo quindi artefice dei suoi moti, stessa cosa potrebbe avvenire per la crosta terrestre. Iniziò allora a combinare l'astronomia con la geologia con la sismologia, conducendo studi sui satelliti orbitanti attorno alla terra, le loro orbite, la loro massa e quindi la loro attrazione nei confronti.Le conclusioni a cui in appena quattro anni arrivò furono sorprendenti; riuscì a calcolare con buona precisione il luogo e la data dei sismi, ma ancora bisognava affinare gli studi e sviluppare ed approfondire le teorie elaborate. Ciononostante iniziò ad esporle, raccogliendo il consenso di pochi e le critiche di molti. Fu allora che, raccogliendo una sfida, portò di fronte ad un notaio due suoi detrattori, facendo mettere per iscritto, era il 23 novembre del 1923, che ci sarebbe stato un terremoto il 2 gennaio del 1924 nelle Marche di entità rilevante: effettivamente il terremoto avvenne, ma due giorni dopo. Una sconfitta in apparenza, ma nonostante tutto il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina ed esplose il "fenomeno Bendandi". Ecco che viene chiamato ad esporre i suoi studi negli U.S.A., il Duce lo nomina Cavaliere della Corona d'Italia, ma fu deferito dal fare previsioni pubbliche in Italia sui terremoti; fu così che le pubblicò sulle riviste statunitensi. C'era però qualcosa che mancava, proprio quel qualcosa che lo aveva fatto sbagliare di due giorni nella previsione del terremoto nelle Marche. Studiò allora dei pianeti e dei satelliti che avrebbero causato i terremoti che si verificano giornalmente sulla terra. Li trovò e ne individuò uno nuovo, tra Mercurio ed il Sole, che chiamò Faenza. L'allineamento di questi, che ovviamente considerati i moti di rotazione e rivoluzione della terra, i propri moti precessionali ed i moti propri degli stessi satelliti, le combinazioni degli allineamenti erano numerosissime, ed ognuna di essi dava(e dà) luogo ad una risultante che causa quindi sismi in punti diversi della terra, in tempi diversi e di entità differente. Trovò un metodo di calcolo, sempre più raffinato fino alla definizione finale, quella perfetta. Bendandi da questo momento in avanti prevede migliaia di terremoti(ora, giorno, mese, luogo e magnitudo), ma non viene mai ascoltato dagli scienziati ufficiali né da assessori, prefetti ed altri. Come quando nel 1976 previde un terremoto nella zona del Friuli; immediatamente avvertì le autorità, ma nessuno gli dette credito. Il resto è storia più o meno recente. Bendandi vede le sue previsioni avverarsi e quasi nessuno che gli dà ascolto; viene messo all'angolo e sempre meno considerato. Le sue previsioni si avverano e lo sconforto sale, e sale fino a che Raffaele, oramai chiuso in casa , lontano da tutto e tutti, stanco di non essere ascoltato, una sera si getta contro i suoi appunti, le sue strumentazioni. Le distrugge e gli appunti li getta a terra. Di lì a pochi giorni Bendandi viene trovato morto nel suo appartamento, il 3 novembre 1979.Adesso una fondazione proprio sugli studi di Bendandi sta cercando di decifrare i suoi appunti, anche se parte delle sue previsione ci sono rimaste, e due di queste lasciano un po' di angoscia: secondo lo studioso l'11 maggio 2011 un terremoto di oltre 8 gradi della scala Richter colpirà Roma il Lazio e zone limitrofe, e tra il 5 ed il 6 aprile 2012, a macchia di leopardo, tutta la terra sarà colpita da scosse ancora più forti.Tutto ciò ci rimanda senza ombra di dubbio alle teorie sul 2012, e lo scenario sembra prendere contorni sempre più definiti. Come al solito per queste cose non resta che attendere e, per quanto possibile, sperare con tutti noi stessi, che le teorie di questo(comunque) geniale ricercatore siano errate, che quelle due previsioni siano errate. Ma non c'è molto tempo, manca un anno, e potremo verificare noi stessi in prima persona chi ha o meno ragione.

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