Premesso che la nostra cifra è sempre l'analisi razionale e non siamo di quelli così fanatici che le italiane dovrebbero sempre vincere, stavolta, nell'ottica del costante progresso della Benetton, non ci pare basti cavarsela con un: dopotutto venti punti di scarto presi nel campo di una squadra di vertice non sono una batosta.
Il punto è che gli Ospreys non han fatto vedere nulla di trascendentale: si sono confermati squadra un po' approssimativa e sfasata - sia pur di alto livello - come s'è vista ultimamente in campionato. Con avversari in fase involuta bisognerebbe provarci. Invece alcuni Benettoniani hanno offerto una prestazione addirittura inguardabile rispetto agli standard cui ci hanno abituato. Ci spiace far nomi in negativo, lo facciamo con spirito costruttivo: Chris Burton, un esempio per tutti, era meglio se stava a casa. E' stato se non autore, compartecipe di ben tre mete avversarie, tutte quelle del primo tempo: la prima mediante un passaggio scontato, leggibile sin dall'Islanda e divenuto meta omaggio per Tommy Bowe; le altre due, nate da placcaggi mancati e difesa in souplesse stile wii-fit. Un peccato, perché altri invece si sono impegnati a fondo - Gori che pure non è esente da critiche - crescerà - per scelte estemporanee e rallentamenti "tebaldiani", a Nitoglia (più lo vedo e più mi piace: ali italiane così consistenti non ce n'è), Zanni, Williams. Vedi ad esempio le due mete fatte salvate con interventi in extremis dentro l'area di meta.
La partita in generale è un un equilibrio d'errori: alla meta di Bowe rispondeva quella simile di Gori, un contropiede sorto da un rapace recupero palla difensivo di Iannone su uno dei tanti attacchi "sprecisi" dei gallesi (Dan Biggar, regista degli Ospreys: si capisce perché Gatland l'abbia lasciato a casa, dà l'impressione di giocare 20kmh di più veloce di quanto riesca a gestire). L'equilibrio sul 10 pari si rompeva presto a causa di buchi difensivi sui non irresistibili attacchi Ospreys, già alla mezz'ora i padroni di casa guidavano 25-10 grazie a due mete regalate a Beck.
Nel secondo tempo ci pensava l'arbitro a chiudere ogni spazio ai tentativi di recupero infarciti di palle perse dei trevigiani. Palle perse uguale mischie, che venivano regolarmente troncate da una marea di falli regalati ai gallesi, senza mai accorgersi che il giovane ma furbo mediano Rhys Webb introduceva l'ovale in ritardo, consentendo ai suoi di spingere in anticipo. Il lavoro era compiuto assegnando un paio di frettolose mete di punizione. A fine gara, in pieno garbage time, era il subentrato mediano Kahn Fotuali'i a marcare la sesta meta. Nel mezzo arrivava la seconda meta Benetton, con Padrò a finalizzare lo sforzo offensivo collettivo, in altre occasioni sabotato dalla propensione a perder palla.
[Inciso: siamo in periodo di playoff Nfl, vien buona l'analogia col football americano, dove per via della leggerezza dell'attrezzo e della velocità del gioco, l'offload non è previsto: si chiama fumble, palla persa. Benetton ha infarcito la sua gara di fumble offensivi. Anche nel rugby, quando ci si trovi nel mezzo della linea difensiva avversaria, sarebbe il caso di smetter di pensare a spettacolari offload e concentrarsi sul guadagno territoriale, evitando il fumble mediante una difesa dell'attrezzo a mo' di fullback Nfl: braccia attorno alla palla tenuta sul petto, gomiti protesi fuori, stando bassi a cercare la penetrazione e per esser pronti a rifugiarsi a terra, in attesa del sostegno - cfr. foto].
Treviso poteva tranquillamente marcare un altro paio di mete se avesse saputo tener palla in attacco. Per non parlare di tutte le mete Ospreys che si potevano tranquillamente evitare TUTTE. La concentrazione collettiva fuori casa è senz'altro un'area di miglioramento della Benetton. L'aggettivo che dà noia è quel "preventivabile" a fianco di sconfitta: sa di mancata preparazione mentale.
Ribadisco, non perchè si sia fanatici, quelli che si debban vincerle tutte, ma perchè questi Falchi Pescatori non sono parsi granché; regalargli il bonus pare un po' troppo per i loro meriti. Fatto sta che gli Ospreys han guadagnato 5 punti in classifica salendo a 13, in mezzo alle sfidanti Saracens e Biarritz.
Le altre partite del venerdì di Heineken Cup:
- storica, assoluta batosta rimediata dai Leicester Tigers a Belfast da un Ulster in stato di grazia: 41- 7, quattro mete a una con doppietta di Andrew Trimble. I Tigers sono stati letteralmente outplayed su ogni punto di incontro dai padroni di casa, guidati dal quartetto sudafricano Pienaar-Muller-Wannemburg-Terblanche. Ulster dominatore anche nelle fasi statiche, con John Afoa forse il migliore in campo, ben coadiuvato da Tom Court.
- Grande vittoria esterna 24-27 strappata all'ottantesimo minuto e due secondi da un indomito Edimburgh a spese di un Racing aggressivo, manovriero e bello da vedere ma sprecone. A dimostrare, cara Benetton, che a crederci e ad esser ben motivati nulla è impossibile, nemmeno a squadre "normodotate" com'è appunto la squadra scozzese.
Tre mete per parte, con gli scozzesi ogni volta avanti e poi raggiunti, Franciliens a prevalere cinicamente nel punteggio per la prima volta al 70', su calcio di punizione di Wisniewski appena subentrato a Hernandez. Mentre Frans Steyn provava un paio di bombe da oltre metà campo, fallendole di poco, gli scozzesi più cinici ancora, prima pareggiavano con Greg Laidlaw autore di 11 punti su palla persa in modo stupidissimo da Chabal, poi marcavano il drop dell'Avemaria col subentrato Phil Godman, non nuovo a imprese del genere. Gran partita del nr.8 in blu Netani Talei, meta e migliore in campo.
E' una vittoria che potrebbe risultare decisiva per gli scozzesi, alle soglie dell'impresa storica di vincere un girone Heineken.
- Nella giornata di ieri, da registrare anche la gara di Euro Challenge tutta francese: Brive supera in scioltezza la disinteressata Agen con un netto 50-13, sette mete a una. Vittoria che le consente di predisporsi al meglio per lo scontro finale per la promozione ai quarti di finale della prossima settimana in casa degli Sharks.