Benetton- Fir, todos caballeros

Creato il 22 novembre 2011 da Rightrugby
Le opinioni collettive paiono più serene dopo il commento di Ivan Malfatto sul Gazzettino riguardante  l'incontro tra esponenti Fir designati e management Benetton avvenuto ieri a Bologna, vòlto ad esaminare le possibilità di un accomodamento, relativamente ai contrasti emersi tra ente e società su numero di stranieri e contributi federali.
«E stato un incontro positivo. Non c’è stata rottura. C’è al contrario la volontà di superare questo momento e di collaborare», è il pensiero dell'Avv. Nino Saccà, VP federale e  tanto basta per sopire nei più, almeno per il momento, spauracchi di ritiro della licenza di franchigia celtica alla squadra di gran lunga più performante tra le italiane, nazionali incluse.
Nella realtà tutto questo ottimismo ci pare abbastanza fuori luogo, almeno quanto lo era il sensazionalismo precedente. Se Saccà rivendica come risultato positivo il non aver visto volare i piatti, ci pare piuttosto che  il commento del presidente della Benetton Rugby Amerino Zatta illustri più sobriamente lo stato dei fatti: «È stata una riunione interlocutoria. Dove oltre alle dichiarazioni di collaborazione, sulle quali siamo sempre stati d’accordo, abbiamo espresso alla Fir i nostri dubbi economici e sulla modifica delle regole di partecipazione al Pro12».
In sintesi, tra una orata in guazzetto e un cortese sorvolo sulle petizioni di principio prive di contenuto - somos todos caballeros collaborativi - la dirigenza Benetton ha ribadito "i dubbi" ai plenipotenziari Fir; i quali, preso atto, si sono ritirati per riferire a chi di dovere.
Difficile pensare a esiti diversi, se non altro per lo squilibrio tra gli schieramenti: Zatta ha fatto il beau geste di onorare con la sua presenza una delegazione Fir di secondo livello, con l'intento non tanto di prostrarsi ma piuttosto di non lasciar dubbi sulla volontà di apertura della Benetton.
Per intanto le famose "raccomandate" che tanto dispiacciono alla Fir, proseguono per la loro strada. Giovedì la Corte Federale si esprimerà sul ricorso Benetton avverso il taglio del numero di stranieri nella prossima stagione; solo allora il Presidentissimo Dondi sarà in una posizione di forza e quindi rilassato, o con le spalle al muro e quindi irritatissimo, per annunciare le dimensioni quantitative e qualitative della sua "proposta di collaborazione", cioè di accomodamento. Infatti il risultato della sua tattica di tenersi fuori è che ora la palla è nel suo campo e a sbilanciarsi per primo dovrà esser lui.
Nella realtà sia l'aspetto numero di stranieri che quello dei contributi federali ci paiono solo della punta dell'iceberg: come abbiamo tentato di spiegare in questo blog, la divergenza tra Benetton e Fir è più profonda, riguarda l'intera gestione Federale dell'Alto Livello, incluso il collegamento col resto del movimento sottostante (Eccellenza, Accademie) e soprastante (Nazionale). Sin dai suoi inizi tale gestione s'è rivelata tattica, prona a provincialismi, dilettantesca; il documento su cui si fonda -segretato dalla Fir (il famoso Capitolato Celtico) - è stato stravolto da regole cangianti in corso d'opera. Invece l'impegno richiederebbe approcci e spiegamenti di risorse più professionali. Non è questione di personalismi  - il "tiro al Checchinato" è sport tanto gettonato quanto ingeneroso - quanto di politica federale in senso ampio, inquinata come più volte sottolineato qui da conflitti di interessi che vanno ben oltre ogni personalismo.
La vera questione posta con forza dalla Benetton è la possibilità per una franchigia-club Pro in tale mutevole e capriccioso scenario, di programmare almeno sul medio termine. Se la Fir comprenderà che non si tratta di tatticismi né personalismi né tantomeno di cappello in mano, all'inverso è un appello -contributo a dare finalmente spazio alla managerialità indispensabile per affrontare con profitto e senza sputtanarsi una avventura impegnativa e internazionale, farà bene a mostrarlo subito.
Non è insomma il problemino tattico di 3 o 5 "stranieri" scambiabili con altrettanti "equiparibili", come invece pare interpretare il Grande Vecchio. Non è nemmeno solo questione di cagare il lesso - sorry for my French - e aprire il portafogli. E' una questione di certezze di quadro, di scenario. Il resto, collaborazione inclusa, Benetton ha già dimostrato di essere in grado di mettercela proattivamente.
Il rischio in caso di fallimento a trovare un modo di "collaborare", NON è tanto quello che la Fir ritiri la licenza celtica a Treviso, è piuttosto che la Benetton lasci lei la Celtic League e quindi il rugby professionistico in Italia: che ci starebbe a fare, se le viene preclusa la possibilità di svolgere il ruolo che ha la possibilità di giocarvi? Eh si, in Italia c'è anche chi ha l'ambizione di pensare in grande, non solo di accovacciarsi ai piedi del desco dei Poteri (sedicenti) Forti, accontentandosi delle briciole che cadono.