BENEVENTUM…SUPRA AD ACQUA ET SUPRA AD VENTO
di Barbara Cucini
Amiche è passato un po’ di tempo dall’ultimo nostro viaggio con la scopa, ma stavolta la destinazione era proprio la città delle streghe, quella storica…ci dovevamo preparare a modino. E poi quella era ammalata, quell’altra aveva da fare, comunque ce l’abbiamo fatta ed il viaggio è stato ricchissimo di belle sorprese, anche per noi che la città la conosciamo bene. Eh sì perché non era mica la nostra prima volta, ci mancherebbe altro! Si sa che le streghe ogni sabato notte con la luna piena vanno a Benevento, assumono le forme più strane, si trasformano in mosche oppure cavalcano un caprone volante e prima di partire si ungono con l’unguento malefico e pronunciano la formula di rito che precede il Sabbah:
Unguento unguento mandame a la noce di Benevento supra ad acqua et supra ‘ad vento et supra omne maltempo.
Di noi quella che lo sa meglio è Matteuccia, il 20 marzo del 1428 infatti hanno allestito una pira tutta per lei sulla piazza delle esecuzioni a Todi, vi ricordate il nostro primo articolo? Una delle sue colpe era proprio questo viaggio sabbatico verso la nuce maga beneventana, il noce delle streghe, luogo deputato alla danza dionisiaco-infernale del Sabbah. Un albero sempre verde, che non perde mai le foglie e nelle cui radici abita un serpente a due teste. Beh che dire! Un alberello perfetto per Bianca, la nostalgica, a lei le foglie d’autunno mettono sempre una certa malinconia… Ma su via! Lo sai streghetta che a primavera nascono sempre foglie nuove, più forti, più belle, è il ciclo della vita, della natura, l’inverno celtico finisce a calendimaggio, per rimanere in tema di rituali stregoneschi, bisogna solo aver pazienza!
Per evitare problemi, non si sa mai in questi tempi di recrudescenze varie, noi abbiamo evitato l’unguento e abbiamo optato per altri tipi di coccole.
Ci siamo sistemate in un bel 4 stelle dotato di centro benessere a 12 Km dalla città, l’hotel Lemi di Torrecuso e oltre agli unguenti ci siamo godute sauna, bagno turco, doccia emozionale, idromassaggio…per San Valentino, abbiamo scoperto, organizzano coccole al cioccolato, rigorosamente per due, con massaggio cioccolatoso incluso. Noi per adesso ci siamo gustate l’ottima cucina sannita e non solo del ristorante La Padellaccia…Tortino di patate con filetti di prosciutto e semi di finocchio, cavatielli alle verdure di stagione per le vegetariane, zuppetta di pesce, tutto buonissimo. La carte dei vini era fornitissima, noi abbiamo optato per la Falanghina e l’Aglianico, ovviamente, e ovviamente a fine cena ci girava un po’ la testa. Tant’è che la passeggiata nel bosco alla volta del noce ancora verde non è andata a buon fine…stavolta non siamo riuscite a trovarlo!
Preparatissimo e gentile il personale del museo, che fino al 4 marzo dell’anno scorso ospitava soltanto – ma soltanto è estremamente riduttivo – la galleria d’arte contemporanea con opere pittoriche e sculture di sole artiste donne! Iside fa loro giustamente compagnia adesso, ricongiunge qui idealmente passato e presente. Iside, la donna delle donne, riconosciuta nell’antichità egizia e in questo caso anche romana, come principio e fine della vita, la donna che genera, contiene, accoglie, ricrea…la donna che per anche per i longobardi, per tanto tempo signori di Benevento, era depositaria di un sapere che il legame con la terra naturalmente le dava. E come non pensare a Trotula, alla corte di Arechi II, ostetrica e levatrice, autrice del primo trattato di ostetricia?
E da brave donne noi adesso andiamo a fare shopping…Vi sono piaciute le nostre sorpese?…Beh ce n’è un’altra…proprio dietro il duomo, in via Manfredi di Svevia al n. 3, davanti ai resti delle Terme Romane c’è l’atelier di un giovane eco-designer, Franco Francesca, che realizza abiti da sposa in materiali ecocompatibili. Tessuto Ingeo vi dice nulla? La sarta infaticabile e bravissima che dà corpo alle idee di Franco è sua sorella Imma. Bravissimi tutti e due, e non solo con i vestiti da sposa…però un colpo lo abbiamo messo a segno: abbiamo trovato il vestito da sposa a Bianca! Bianca accontentati…lo sposo alla prossima puntata…forse! Sopra l’acqua e sopra ‘l vento! Siamo state proprio bene!
Chiudiamo in bellezza con una canzone che sa molto di Sabbah: Mina “Certe cose si fanno”.
E se vi piace la poesia, qui c’è un piccolo regalo per voi!
Chi ha paura del vento?
Mio padre era un re
ed è morto in battaglia
qui sul ponte ho ritrovato
la sua forza
il suo coraggio
la sua determinazione
la giustizia che non teme le sconfitte
Nella terra di Iside
signora
Trovo me donna
viaggiando col vento
figlia di una terra
che mi ha partorita di nuovo
perché potessi sapere davvero di essere madre
Ho riempito le forme vuote di una vita
cercando i pezzi dell’uomo smembrato e disperso
Ho creato ciò che mancava col metallo mio
più prezioso.
Ti custodisco,
Sei mio fratello
Sei mio marito
Sei mio figlio.
Arriva la strega nel sabato ad incontrare se stessa.
Al prossimo viaggio….