Dal 2012 il Benin, noto paese dell’Africa occidentale, è regolarmente teatro di manifestazioni sociali motivate dal malcontento economico e, sempre di più, dal deteriorarsi del clima politico che ipoteca le libertà individuali.
Il presidente-economista Thomas Boni Yayi, eletto nel 2006, è stato riconfermato per un secondo mandato nell’aprile 2011.
Ad accrescere ulteriormente il malumore nei confronti del potere è la possibile revisione della Costituzione, che consentirebbe a Boni Yayi di candidarsi a un terzo mandato, nel 2016.
Cosa che sta accadendo in molti altri Paesi africani, che sono prossimi alle elezioni, a dimostrazione che il potere logora chi non ce l’ha.
E che chi ce l’ha,cerca di tenerselo ben stretto. Per sé e per i suoi.
Per di più la crescente corruzione (anche questa molto diffusa e non di certo solo in Benin) è motivo di allarme per Washington che il mese scorso,appunto, ha deciso di cancellare il Benin dall’elenco dei paesi beneficiari del Millenium Challenge Account (Mcc) per l’anno 2014.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)