“Dovete vincere qui, nella vostra città, la vostra partita. Non dovete andarvene, perché Napoli ha bisogno di quelli come voi, di ragazzi vincenti”: siamo in campagna elettorale e possono sembrare le parole del politico di turno, ma invece appartengono a Rafa Benitez, l’allenatore madrileno della squadra calcistica di Napoli, che ha tenuto una lezione alla Federico II davanti agli studenti del Premio Filosofico “Giambattista Vico”.
Stimato dai suoi calciatori e dal suo presidente, amato dai tifosi, Benitez non ha bisogno di fare propaganda, di dire due paroline per ingraziarsi la città di Napoli per “fare i fatti suoi” e buttare via il limone una volta spremuto. Il suo messaggio è quello di una persona che ha dimostrato di saper andare oltre i pregiudizi, che apprezza un territorio e ne ammira le bellezze e la storia, come accaduto un mese fa quando ha visitato i Campi Flegrei, un messaggio che proviene da uno spagnolo, da uno straniero che evidentemente è più napoletano di moltissimi napoletani, che a differenza di tanti italiani ha gli occhi aperti e non si fa raggirare dai cliché. È possibile restare a Napoli – non è facile, bisogna lavorare tanto per migliorarla, ma è possibile: oppure volete ‘o cocco ammunnato e buono ?
D’altra parte, proprio il fatto che sia straniero lo ha aiutato molto ad amare Napoli, perché diciamolo, all’estero la nostra città è tutt’altro che demonizzata, come dimostra il flusso di turisti e il tutto esaurito registrato tra Pasqua e il Primo Maggio. Fuori dai confini italiani lo sanno benissimo che Napoli è una città grande e popolosa, e in quanto tale ha dei problemi che tutte le metropoli hanno, senza che per questo debbano essere demonizzate, tanto è vero che quotidiani come il “The Guardian” e il “The New York Times“ hanno pubblicato articoli con grandi complimenti per Napoli.
Su, diciamola tutta: si sa da chi e da dove proviene la demonizzazione di Napoli. Proviene da chi ha ben altri interessi in ben altre zone d’Italia, d’Europa e del Mondo, da chi non si fa problemi a vendere la propria Terra pur di fare lusso, da chi trova più semplice buttare il fango sugli altri invece che pensare e agire con onestà, almeno quella intellettuale. Si sa chi è che non vuole una Napoli stimata, ammirata: non è spagnolo, non è francese o tedesco né americano, asiatico, né proviene dal Nuovo Continente o dai ghiacci – è italiano.