Benni e le domande inopportune

Da Chiagia

La prima volta che ho letto Benni è stato per caso. Avevano regalato a mia mamma (chissà perchè) un libro dal titolo strano, Baol, e dalla copertina strana.
Lei ne aveva lette poche pagine, poi si era stufata e l’aveva mollato lì. E io me l’ero preso.
Mi ricordo i treni locali per andare a Pisa, lentissimi, che fermavano anche a Torre del Lago. Io che ero ancora uno studente universitario e sfogliavo quel libro dal titolo e dalla copertina strana senza capire, all’inizio, dove volesse andare a parare con quello stile ironico.
L’ho capito presto, dove volesse andare a parare, ed è stato un innamoramento folle, tanto che per anni, e forse ancora ora, quando mi chiedono quale sia il mio scrittore preferito dico ‘Benni’. Quando mi chiedono come vorresti saper scrivere dico ‘come Benni’.
Me lo ricordo, Benni, sul muretto del porticciolo di Vernazza, Barbara sdraiata al sole con la testa sulle mie gambe e io che leggo a voce alta qualcosa del “Bar sotto il mare” immaginando che quel bar fosse lì, a pochi metri da me.
Mi ricordo anche una pausa pranzo sul lago di Massaciuccoli, dieci minuti dal mio posto di lavoro di Migliarino Pisano. Poco distante da me la casa di Puccini, ma nelle mie mani al posto del libretto di Boheme c’era “La compagnia dei celestini” e io leggevo a bocca aperta dei giochi di pallastrada e del pilota invisibile che guida il caccia invisibile.
Poi tutto il resto. Qualcosa che ho amato poco (Elianto, Spiriti), qualcosa che mi ha fatto piangere (Saltatempo, Margherita Dolcevita).
Un pomeriggio a Sarzana, Festival della Mente, mi sono pure avvicinato come l’ultimo dei fans per annusarlo e per fargli domande inopportune, prima che altri mi scostassero sgarbati. Gli avevo chiesto tra l’altro il significato del finale di Margherita e lui mi ha guardato come un mentecatto, perchè non si chiede agli autori il senso dei libri, eh, lo so, idiota che sono.
Ora che ci penso in tutti questi anni l’ho tradito una sola volta, Benni. Non ho comprato l’ultimo suo libro, uscito per Sellerio. Va beh, siamo pari con quando mi ha trattato male.

(Sembra uno di quei post che si scrivono quando uno muore. Invece è solo una botta di nostalgia affiorata stamani quando mi hanno parlato di Baol. Maledetta vecchiaia.)



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