Nella nostra partenopea pellicola troviamo Alberto, il camaleontico Claudio Bisio, direttore dell’ufficio postale di Usmate, che, pressato dalla moglie Silvia - Angela Finocchiaro - arriva a fingersi disabile per ottenere il tanto agognato trasferimento all’ufficio centrale della city nordica, Milano. Scoperto, per punizione, viene spedito in un paesino del Cilento, Castellabate, per due lunghi anni. E da qui parte il lungo viaggio di Alberto alla scoperta di un Sud che sarà completamente diverso da quello che lui, la sua famiglia e i suoi amici del “Norde” hanno sempre immaginato come un vero e proprio incubo camorristico. Incontrerà colleghi di lavoro, prima, amici dopo, Mattia – Alessandro Siani – Maria – Valentina Lodovini – che gli cambieranno per sempre l’esistenza.
Una storia semplice rappresentata senza pecche con un cast rispettabile e professionale che tenta in modo pulito e convincente di sfatare quei mille luoghi comuni che da più di cento cinquant’anni sono pane quotidiano nel nostro bel paese. Benvenuti al sud è una commedia brillante che porta una ventata di freschezza all’interno della produzione cinematografica italiana e che, a mio avviso, potrebbe tranquillamente aspirare a un “posticino” all’interno della commedia all’italiana post guerra che ha permesso al nostro cinema di essere nuovamente riconosciuto all’interno del panorama internazionale. Il cast è perfetto: Claudio Bisio veste alla perfezione i panni del dirigente meneghino frustrato e un po’ depresso dalla presenza di una moglie troppo apprensiva che l’ha completamente messo in secondo piano dopo la nascita tardiva del loro primo e unico figlio – Angela Finocchiaro è eccezionale in questa parte. Alessandro Siani, con la sua scintillante comicità riesce a spezzare il luogo comune del giovane terrone e dimostra che anche al sud i bravi ed onesti ragazzi esistono; Valentina Lodovini, nella parte dell’avvenente, ma mai provocante, Maria è la giovane dipendente delle poste che solo per amore resta in questo arroccato paesino del Cilento. Una sceneggiatura scoppiettante che giocando alla rincorsa tra gli stereotipi meneghini e quelli partenopei ci lascia con un leggero “amaro in bocca” sul finire e con una massima che personalmente conosco molto bene: “Chi viene al Sud piange sempre due volte. La prima quando arriva. La seconda quando va via!”.