Escluso dall’articolo dell’Espresso “Internet, la battaglia dell’informazione” (che però ha preso in considerazione i siti di quotidiani e delle testate online, non dei blog) e sottostimato – secondo lui stesso, ovvio – dal pezzo del Fatto Quotidiano “Blog, così la crisi economica cancella le voci libere della Rete“, in cui gli si assegnano 250mila visite al mese, Beppe Grillo non l’ha presa tanto bene. E ha scelto la strada più controproducente che si possa intraprendere in questi casi: quella di scrivere un post permaloso e un filo vittimista (dal titolo “Il Blog di Beppe Grillo ci rende stupidi?“) dentro il quale snocciolare tutti i numeri della presenza online dei suoi fan.
Così, tra una recriminazione e l’altra, scopriamo un piccolo pezzo del brand Beppe Grillo: stando a quello che lui stesso pubblica, e facendo finta per un attimo di considerare acriticamente i dati forniti, il tesoretto virtuale del comico genovese ammonterebbe a 5,2 milioni di visite mensili, più di 80 milioni di visite al canale YouTube, 575mila iscritti su Facebook, 80mila follower su Twitter e una newsletter quotidiana inviata a oltre mezzo milione di internauti.