Scricchiolii nel Movimento Cinque Stelle creato da Beppe Grillo, con Gianroberto Casaleggio, ce n'erano già stati, e del resto dovevano essere messi in preventivo vista la crescita del consenso verso la creatura del comico genovese e il sempre più alto numero di iscritti.
Una crisi di crescita, scrivevo qualche settimana fa, di un movimento che, in qualunque modo lo si voglia prendere, rappresenta l'unica vera novità del panorama politico italiano; l'unico movimento politico che cerca di rinnovare il modo di vivere l'attività politica da parte di tutti i cittadini, superando il modello del partito politico, sia quello grande e istituzionalizzato dei partiti storici, sia quello del partito famiglia, legato a un leader carismatico, partorito negli ultimi decenni.
Il movimento di Grillo è infatti, nelle intenzioni del creatore, un'organizzazione orizzontale, senza strutture gerarchiche preordinate e che ha come scopo quello di premere sull'apparato statale al fine di risolvere alcune delle grandi questioni politiche, ed è regolato da un "non-statuto" che ne chiarisce fin da subito, per chi volesse iscriversi, la sua di non-partito, ma anche di non-organizzazione.
Quello di Grillo potrebbe di fatto definirsi un "Comitato Permanente", ovvero una comunità di persone riunita per raggiungere determinati scopi, con una organizzazione volontaristica che rifiuta in modo netto ogni finanziamento pubblico e pronta a sciogliersi una volta raggiunti gli obiettivi. Un movimento politico che fa volontariamente a meno di una struttura organizzata, con dirigenti, funzionari e impiegati, e che di fatto previene il crearsi la formazione di rendite di potere, di cordate carrieristiche e di clientele che sono le malattie tipiche dei partiti politici tradizionali.
Lo stesso Beppe Grillo, con Gianroberto Casaleggio, non interviene mai direttamente nella vita della non-associazione, limitandosi a dare al movimento un apporto logistico con il suo sito internet e a far rimanere l'azione della sua creatura nell'ambito descritto dal non-statuto, sapendo bene che la natura di movimento post-ideologico e a tema della formazione da lui, o da chi per lui, pensata sarebbe stata soggetta alle pressioni di quanti invece l'avrebbero potuta usare come veicolo di una propria auto-affermazione, o anche semplicemente modificarne la struttura solo perché troppo abituati ai vecchi schemi.
La cosa si è puntualmente verificata, quando alcuni componenti del movimento di Rimini, hanno organizzato un incontro nazionale degli aderenti all'organizzazione con all'ordine del giorno la discussione sul tema di come potenziare la struttura dello stesso.
Lo stesso Grillo ne diede l'annuncio sul suo blog, criticando aspramente coloro che avevano indetto l'assemblea e suscitando un dibattito interno molto interessante, perché permette di vedere quanti seguaci di Grillo sono veramente pronti a seguire la via indicata dall'attore e quanti sono invece tentati dall'avventura partitica. Inutile dire che il dotarsi, anche solo in minima parte o soltanto in alcune zone d'Italia, di una struttura partitica tradizionale sancirebbe la fine dell'esperimento politico.
La lettura dei commenti nel blog di Grillo sembra indicare che la maggioranza, se non tra tutti gli iscritti al M5S almeno tra i frequentatori del blog, è disposta a seguire il comico lungo la strada già tracciata mentre l'incontro, che poi è avvenuto, di Rimini, a quanto lo sesso Grillo riferisce, è stato un fallimento.
Non mancano le voci contrarie, che rimproverano a Grillo sia alcune prese di posizione secondo loro inaccettabili, come quella sullo "Jus Soli" (che però non è negli obiettivi del movimento), sia per non voler allearsi con partiti politici che, secondo loro, fanno parte della stessa area politica, come l'Idv di Di Pietro e il Sel di Vendola.
Questo dimostra che tanti, anche tra quelli che appoggiano Grillo, sono ancora legati alle vecchie logiche partitiche e all'impostazione ideologica del confronto politico e incapaci di concentrarsi invece soltanto sugli obiettivi che il movimento si è imposto di raggiungere. Questo fa si che inevitabilmente si accendano dei contrasti forti nell'organizzazione quando coloro che sono stati eletti negli enti locali prendono fanno scelte personali, magari distaccandosi dal movimento e associandosi a qualche gruppo consiliare di un partito.
Perdite fisiologiche, che in una organizzazione dove tutti sono utili ma nessuno necessario, come quella del M5S, non sono neanche così dolorose, perché senza il Grillo e senza il simbolo del M5S, il movimento non può esistere, legato com'è al carisma del comico genovese, ma che se fosse un'esodo di massa potrebbe fortemente influenzare l'esito steso di una elezione.
Il pericolo è oggi molto forte, perché siamo vicini alle elezioni politiche generali e il successo dell'iniziativa non può non attirare gli appetiti di molti che potrebbero tentare di usare il M5S come il veicolo per iniziare una fortunata carriera da politico professionista, come pure esiste il timore che tra gli stessi entusiasti grillini della prima ora, una volta assaggiata l'ebrezza del successo politico personale (perché si sa che una volta assaggiati il cavale e lo champagne è difficile tornare alla gazzosa e alla mortadella), e il "congresso" di Rimini pare essere il primo segnale d'allarme di una prossima difficoltà del movimento a organizzarsi per le elezioni politiche: come saranno scelti i candidati? Come essere sicuri che rispetteranno il mandato ricevuto dal movimento?
Le prossime elezioni politiche saranno per il M5S la prova del nove per verificare la solidità del movimento e la reale possibilità che possa portare quella spinta al rinnovamento dal basso che coloro che l'hanno pensato si auspicano. Sarà una sfida difficile da vincere, ma è comunque un tentativo che sarà interessante seguire, comunque andrà a finire.