Berlin

Da Scorretoblog
Per una qualche ragione inspiegabile arrivo a Berlino.Tira vento ed è tutto grigio. Grigio il cielo, grigi i palazzi, grigi gli odori. È grigio, tutto grigio. Sarà un'impressione, mah.Caracollo alla stazione dei treni e ne prendo uno un po' seguendo la massa. Smonto ai giardini dello Zoo. Tra gente spappolata per terra e ubriaconi che barcollano molestando i passanti è uno spettacolo quantomeno surreale.Un paio di metro ed arrivo all'hotel. Sono nel quartiere dei ricchi. O almeno così si dice.Dopo aver visto i pantaloni più brutti di tutta la mia vita (di velluto, viola, larghi a campana ed indossati da un culo floscio) salto nel vuoto e mi ritrovo ad Alexanderplatz.  Tento il suicido deglutendo cibo scelto a caso dal listino di un bistrò nascosto in un vicolo buio. Aveva un nome molto tedesco.Attacco bottone con una compiacente poliziotta che, devo ammetterlo, fa sesso da far schifo. Ma, a quanto pare, ha da fare per cui me ne vado a fottermi.Per strada intavolo una discussione con il cestino più alto d'Europa, così alto che quasi mi tocca giocare a basket per buttare un pacchetto di sigarette vuoto.I tedeschi hanno strani personaggi ad informare i turisti: io, ad esempio, ricevo indicazioni da un orso.Ascolto Men's Needs e mi chiedo di cosa ho bisogno.La colazione è inavvicinabile. Appena entrato in sala comune mi si presenta davanti una terrina piena di cubetti di formaggio verdognoli galleggianti in una soluzione acre altrettanto verdognola. Che ero sveglio da neanche tre minuti ma la voglia di vomitare era già tanta. Mi costringo ad ingollare un paio di uova e domani col cazzo che mi rivedono.Mi spingo fino al Pergamon Museum, che se qualcuno mi spiega che cazzo ci fa l'Altare di Pergamo a Berlino non sarebbe neanche male: da Pergamo al centro di Berlino non sono mica due passi se devi trasportare circa diciottomila metri cubi di marmo. Bello, comunque.Decollo sopra al Berlinerdom e fotografo l'amore innocente di qualche sfortunato essere umano.Assimilo pessima pizza sovrapprezzo e rantolo qui e lì, discorro con tedeschi brutalmente adorni e sospiro orde di sigarette.Shoppingo all'Alexa Shopping Centre e cinciono con l'Ipad. Che per inciso non ha alcun senso di esistere. Però è figo.Poi bevo birra, divina birra rossa e bionda. Che qua non si discrimina nulla.Ascolto musica e disegno.La porta di Brandeburgo fa schifo. Lasciate stare. È il simbolo di berlino, la spalmano ovunque, ma fa cagare.  Metto il gel, metto le lenti a contatto, metto un preservativo sull'anima e con maestria mi materializzo in Friedrichstrasse.All'interessante cocktail bar Van Gogh sorseggio amabilmente un Withe Lady finché un'adorabile cameriera rovescia un paio di litri di birra a trenta centimetri dalla mia gamba inzuppandomi ben bene. Mi chiede come si possa scusare, le propongo di fare sesso ma non apprezza l'ironia, per poco non mi molla uno schiaffo. Poi passa la serata offrendomi svariati ml di cocktail, suppongo per i sensi di colpa. Prendo una sbornia colossale. A sbafo.Zoppico in giro, non sapendo nemmeno io dove.Sazio la mia fame chimica dal Mc Donald, prendo treni a caso e mi ritrovo chissà dove e chissà perché. Verso le due sto ancora tentando di scoprire dove cazzo sia finché, dio ringrazi la tv, mi ritrovo davanti all'impotente torre della televisione. Okay, sono ad Alexanderplatz (ancora). In qualche modo, dopo aver importunato un paio di passanti, prendo qualche autobus a scelta multipla e raggiungo la mia Uhlandstrasse.Anniento i timpani con Lost e ritrovo me stesso, o almeno ci provo.La sveglia suona puntuale alle nove. A mezzogiorno, puntuale, sto ancora lottando (nel letto) contro i crop circle apparsi sulla mia testa in uno spettacolare post sbornia.Serpeggio fino all'Invalidenstrasse e tento di ritrovare me stesso tra gli uomini di neanderthal al Naturkunde Museum. Io ci provo pure, ma tra dinosauri e meteoriti mi si scassa il cazzo. Ossi e pietre non fanno per me.
Qui comunque si parcheggia ovunque tranne che sulle (o tra le) strisce.Lubrifico la mia essenza con altra birra e mantengo un perfetto stato di sbornia anche per il mio terzo giorno berliniano. È in questo stato che, poi, mi perdo con trasporto al Hamburger Bahnhof – Museum Fur Gegenwart. Veramente fico. Ci sono certe cacate moderne pretenziose che non stanno in piedi, ma anche diverse robette belline. Sarà la sbornia. Tra l'altro di striscio sbircio il mio libretto rosso davanti al Mao di Whorol e quasi mi deportano. Per un momento mi pardo mentalmente al Hauptbahnhof, che c'è da impazzire tra treni, metro e negozi. Inglobo caffeina dallo Starbucks e vagando trai binari mi ritrovo ancora tra i fattoni dello Zoologischer Garten.Comunque non si capisce in base a cosa si accoppino: uomini brutti con donne carine, donne brutte con uomini passabili, donne brutte con uomini brutti. Mai una coppia bella.Per sbaglio entro in uno strip club, bevo birra e fumo fino ad esaurimento cash. Mi prendo un paio di culi in faccia e quasi me ne rallegro, per una volta. Una cortese signorina si abbassa mostrandomi le tette e mi sussurra frasi complesse di cui l'unica parola che capisco è 'sex'. Le chiedo se accetta la Mastercard. Se ne va schifata, la bagascia. Veramente scarsa l'ironia di questi tedeschi.Mi costringo a promettermi con le dita incrociate che domani sì, domani la pianto con gli alcolici.Bob Dylan, The Man In Me, e fanculo cazzo.Faccio colazione con un paio di negroni (il cocktail, non due persone nere) e disguido la mia essenza in zona Hallesches Tor. Il Checkpoint Charlie fa tristezza e lo salto a piè pari, soggiungendo pertanto alla Berlinische Galerie, sta in Alte Jakobstrasse. Però non chiedete dove cazzo sia la Jackobstrasse perché non lo sa nessuno, se dovete chieder informazioni dite direttamente Berlinische. A parte che era meglio non trovarlo questo che ricorderò come il museo più peggiore della mia vita. Ma anche quella futura intendo. L'unica cosa carina è un quadro nascosto tra immani vaccate. Sono un popolo senza arte se non quella altrui.È così che mi ritrovo in un bus, diretto all'Ostbahnhof. Vedo una tedesca vestita bene, ma davvero bene. L'unica in quattro giorni. Molto elegante, discretamente vivace. Non è bella ma almeno è vestita bene. Glielo faccio sapere e, con un po' meno eleganza, mi liquida con una smorfia. Zoccola.Per una qualche ragione mi ritrovo in spiaggia allo Yawn. Con la sabbia nelle scarpe e tanta stanchezza, tanto sudore, tanto mal di testa addosso. Faccio il fico giocando a beach volley e collasso in preda all'astinenza alcolica. Mi fanno una birra in flebo controvoglia e, a rilento, mi spappolo sulla East Side Gallery. Senza dubbio la cosa più bella vista a Berlino fin'ora. Me lo becco tutto sto muro, fino in fondo. E non è proprio cortissimo (soprattutto con la sabbia nelle scarpe e un'insonnia gusto malto). Approdo ad un Doner Kebab invocando a ripetizione “eine Berliner bitteeee” e incredibilmente vengo ascoltato, servito e riverito.Entro nel Ristorante da Papà, con poca nostalgia di casa e tanta fame di buona pizza. Mangio, bevo e discuto con il proprietario. La pizza fa schifo. Viene da Ischia dice, io da Padova, e Berlino qua e Berlino là, finché...oh ma lo sai fare lo Spritz? No, cos'è?Circa venti minuti dopo sto dietro al bancone che fabbrico Spritz per me, per il padrone, e per qualche tedesco curioso. Giusto il tempo di ritrovarmi con mezza bottiglia di Campari appiccicata sui vestiti e sulle mani mentre mi protraggo verso il coma etilico. Infatti per poco non collasso rovinosamente e pericolosamente davanti la reception dell'hotel.  Mxpx-Barbie Girl e ci sentiamo poi.Il Fish and Chips disgusta i miei sentimenti, ma carbura i miei muscoli. Terribile quel pesce lì, qualsiasi pesce esso fosse.Guardo un film al Cubix, Tiger-A Team o qualcosa così. Un film tedesco. Uno di quei film che spero non escano mai in Italia tipo. Terribile. E che non ho capito i dialoghi. Comunque i loro doppiatori fanno schifo. Anche quando doppiano attori che parlano in tedesco.Dedico la giornata allo shopping, giusto per fare un po' il turista. Li faccio tutti, cazzo, i centri commerciali. Parto con il C&A, per poi passare alla Galerie Kaufhof. Il Sony Center è inutile, ma molto bello da vedere e Potsdamer Platz non è affatto male. Europa Center e...tengo il KaDeWe per ultimo, per l'overdose finale.Un macello. Peggio che Lafayette. Uno entra e viene investito da un mix di profumi angosciante. Roba da drogati in astinenza da acidi. Mi sorbisco tutti i piani, uno ad uno. Non salto nemmeno il reparto casa, mi guardo pure i tappeti e le tende, cazzo.Così mi ritrovo dopo mezzora ad aver speso un bordello di soldi in puttanate. Anzi, per cose che definire puttanate mi sembra un po' poco. Non importa, sono un turista.Così, tanto per, faccio un giretto da Svarosky. Mi guardano un po' così, scettici, come guarderesti qualcosa che non sai se definire ignobile o normale, in attesa di giudizio ecco. Tutto perché sono con le bermuda. Mi dispiace, giacca e cravatta li ho lasciati in hotel che ci sarebbero tipo trentadue gradi e un'afa che accoltella alla schiena. Presente? Poi vedo un braccialetto che mi attrae. Lo immagino bene addosso a lei. Così chiedo di farmelo vedere, e niente dopo approssimativamente trenta secondi dico che va bene, che lo prendo. La tipa ci rimane un po' di merda, non si aspettava forse che uno con due braccialetti di stoffa potesse permettersi una cosa di quel tipo. Be' sorpresa.Dopo qualche inutile cerimonia finalmente riesco ad uscire da sto cazzo di KaDeWe.Sguscio fra le persone in metro, e mi sento vivo. Berlino non si ferma un attimo: gente che viene, gente che va, gente di tutti i tipi. Non è pulita come Monaco o Londra, ma nemmeno olezza come Lisbona. E, porca troia, i trasporti pubblici sono una cosa molto prossima all'arte. Ah in metropolitana tutti scrivono, tutti. Che cazzo scrivano non lo so.Proprio in metro poi, sulla U2 direzione Pankow, vedo, finalmente, una cazzo di donna. Bellissima. Stupenda. Divina quasi. Capelli rossi e carnagione chiara. Intimorito quasi, le chiedo scusandomi il nome. Kristel, le dico, sei la donna più bella che abbia visto a Berlino in cinque giorni. Sorride. Che donna sublime. Cream-Sunshine Of Your Love.Mi sveglio alle sette e già qua le cose marcano male. Alle sette e mezza il mio riflesso nello specchio si chiede chi cazzo sia, io. Mi teletrasporto, così, solo perché ne ho voglia, dallo Starbucks per un tall capuccino take away. Ovvio il seguito: arrivo al check-in affannato alle diciannove minuti, che chiude alle venti, sono l'ultimo tipo. Già mi ci vedevo a mandare un sms: mamma ho perso l'areo..o qualcosa così. Interessante però come a Venezia ci abbia messo circa quattro ore per montare in areo e qui in mezzora ho fatto tutto, compresa esplorazione anale al metal detector, tra l'altro.E niente, prendo uno dei soliti posti lato finestrino sopra l'ala, quello che nessuno vuole prendere mai perchè e poco sicuro, perché è il posto più a rischio e cagate di vario genere. A fianco a me si siedono due disinibite tedesche, nulla di speciale ma trombabili direi e discretamente vestite; s'impenna il bilancio: una donna Bella e undici belline viste in sei giorni. Avranno venticinque anni e vanno a Venezia con le unghie smaltate e i capelli curati. Non hanno particolarmente la faccia di due che vanno a musei.
Chiudo gli occhi e sorrido ad alta quota.Portishead, Glory Box.Ciao Berlino.

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