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Berlinale 2015: IL GESTO DELLE MANI di Francesco Clerici e CENSORED VOICES di Mor Loushy

Creato il 13 febbraio 2015 da Ifilms
Dettagli Scritto da Redazione Categoria principale: Festival Categoria: Berlinale 2015 Pubblicato: 13 Febbraio 2015 Berlinale 2015   Francesco Clerici   Berlinale 65   Mor Loushy   IL GESTO DELLE MANI di Francesco Clerici (Forum) Scritto da Simone Soranna Presentato nella sezione Forum qui alla Berlinale 2015, Il gesto delle mani è un documentario realizzato da Francesco Clerici che per più di un’ora svela i segreti antichissimi dell’arte della scultura in bronzo presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano. Il film infatti segue il processo di creazione di un’opera d’arte ideata dallo scultore Velasco Vitali, dalla sua ideazione sino al suo trasporto presso il committente. Clerici, attraverso l’uso di uno stile sobrio, elegante, dilatato nei tempi da un montaggio quieto e contemplativo, effettua un vero paragone temporale accostando immagini di repertorio a quelle catturate da lui stesso. Come ci spiegano i titoli di testa infatti, per realizzare una scultura in bronzo si seguono ancora gli antichissimi passaggi di tanto tempo fa, tramandati oralmente di generazione in generazione. Nessuna avanguardia o tecnologia si è ancora permessa di sostituirsi alla vecchia tradizione. Il gesto delle mani citato nel titolo è spesso messo in primo piano, in un’opera che tende ad esaltare un’artigianalità perduta ma che ancora sopravvive nei luoghi più ameni di una grande metropoli quale Milano. Ostacolato da un minutaggio un pelo troppo eccessivo, il film si inserisce perfettamente nell’estetica del documentario nostrano contemporaneo, lasciando ben sperare per il futuro del suo ideatore. Voto: 2,5/4   CENSORED VOICES di Mor Loushy (Panorama) Scritto da Valeria Morini Nel 1967, Israele combatté contro Egitto, Siria e Giordania quella che è passata alla storia come la Guerra dei Sei Giorni e, con una vittoria schiacciante, allargò i suoi confini geografici occupando la Cisgiordania e l’intero territorio di Gerusalemme. La giovane documentarista Mor Loushy, al suo secondo film, con Censored Voices rievoca questi fatti da una prospettiva totalmente inedita. La regista ha infatti recuperato le registrazioni di interviste fatte dallo scrittore Amos Oz in vari kibbutz ad alcuni reduci, nei giorni immediatamente successivi alla fine del conflitto, rimaste in gran parte rimaste ignote al pubblico poiché il governo israeliano autorizzò la diffusione di appena il 30% delle conversazioni. Per la prima volta dopo quasi cinquant’anni, il mondo ha la possibilità di sentire quelle parole, accostate a un’enorme mole di filmati di repertorio che si alternano a curiosi reportage di guerra girati in quei giorni dalla Abc. Oltre a farci sentire le voci dei reduci impresse su un vecchio registratore degli anni Sessanta, la Loushy ci mostra i loro volti invecchiati e commossi nel risentire le loro stesse dichiarazioni a distanza di tanto tempo. Il film della Loushy, passato al Sundance Film Festival prima di approdare alla sezione Panorama della Berlinale, è, semplicemente, un documento di enorme importanza storica. Dalle “voci censurate” dei soldati israeliani emergono non solo aneddoti crudi e toccanti sugli orrori propi di ogni evento bellico. I racconti sulla guerra che trasforma uomini onesti in assassini senza pietà sono ovviamente strazianti, ma a colpire davvero è l’inattesa e potentissima autocritica sugli atti da loro stessi compiuti, in particolare sull’occupazione della Gerusalemme araba (da qualcuno accostata addirittura alla tragedia della Shoah). Emerge così una lucida analisi fatta a caldo di sorprendente lungimiranza che, oggi, sconvolge e fa riflettere, soprattutto in rapporto alle attuali vicende del Medio Oriente. Voto: 2,5/4  

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