Berlinale 2016: A QUIET PASSION di Terence Davies e ALONE IN BERLIN di Vincent Perez

Creato il 18 febbraio 2016 da Ifilms
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Scritto da Simone Soranna
Categoria: Berlinale 2016
Pubblicato: 17 Febbraio 2016
Berlinale 2016   Terence Davies   Vincent Perez  

A QUIET PASSION di Terence Davies (Berlinale special gala)

Il nuovo film di Terence Davies non è altro che un biopic tra i più classici e classicheggianti. Il cineasta britannico porta sullo schermo la vita della poetessa Emily Dickinson, anima sicuramente disturbata e ostacolata da una società severa che tuttavia riesce a dare la spinta necessaria per trovare una forma di evasione nelle sue nobili poesie. Il film segue la vicenda con sguardo attento e delicato, basandosi sulla cronaca e sugli aneddoti più che sulle tematiche care ai versi dell'autrice.

La fotografia e le carrellate di Davies aiutano a seguire in maniera leggera e lineare quella che si dimostra essere una visione fluida e divertente, priva di grandi picchi emotivi significativi ma anche di difetti o lacune evidenti e disturbanti. Probabilmente il regista ha deciso di non impegnarsi sino in fondo per realizzare quello che potrebbe essere definito un compito ben eseguito, rimane però il fatto che A Quiet Passion sarebbe potuto scadere ben più nel banale e nell'anonimato di quanto non faccia.

Voto: 2,5/4

 

ALONE IN BERLIN di Vincent Perez (concorso)

Ambientato nella Berlino della Seconda guerra mondiale, il film racconta una singola vicenda storica che vede come protagonista una coppia di mezza età alle prese con una propaganda clandestina ai danni del regime. Emma Thompson e Brendan Gleeson danno corpo a due personaggi genuini e positivi, alle prese con una storia d'amore indimenticabile prima ancora che con la Storia vera e propria.

Purtroppo il film preferisce arroccarsi su binari ben più consolidati e meno rischiosi, restituendo la vicenda con uno stile piatto e accomodante che non riesce a intrigare quanto dovrebbe. Sono tante, forse troppe, le occasioni perse dal regista a cominciare dalla conversione del poliziotto interpretato da Daniel Bruhl sino all'uso furbo ed elementare della retorica e dei buoni sentimenti. Peccato.

Voto: 2/4


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