Berlinguer ti voglio bene

Creato il 11 ottobre 2013 da Coloreto @LoretoCo

Ora di cena. Orario democristiano adibito, oggi più che mai, al consueto incontro familiare dinanzi al teleschermo. Talvolta, con comune assenso, si decide di “sentire” e vedere le voci e i volti della politica italiana sperando magari di lasciarsi suggestionare o soggiogare, dipende dai casi, da personalità nuove. Vana speranza! Il bestiario televisivo aggredisce sempre tramite i medesimi attori consumati, incapaci e privi di un carisma in grado di smuovere realmente le coscienze individuali. Beh non sempre. Se da un lato i “nuovi rampanti”, figli di questo ventennio, stanno tentando di rottamare la vecchia politica, creandone una certamente diversa ma più vicina al modello mass-mediatico statunitense, quanto mai estraneo alla Weltanschauung ( visione del mondo ) italiana, dall’altro sembra che la riesumazione di un cadavere politico sia l’unica soluzione per smuovere le acque. Ma ancor più avvilente, in questo già triste panorama, è un particolare attacco e una voglia di dimenticare che ormai condiziona, come una pestilenza, i talk-show della politica nostrana. A molti dei nostri deputati e senatori sembra che il termine “comunista” sia diventato un sinonimo di lestofante, delinquente o peggio. Molte figure Spoonriveriane, caimani, pitonesse, “oranghi”, capre ed altri ancora, hanno adoperato questo termine come la peggior offesa nei confronti di un avversario politico che, nella sua trasparenza nel senso letterale del termine, non è stato in grado di replicare sostenendo una tesi difensiva dell’aggettivo politico. Ultimamente però, quasi fosse un riconoscimento di superiorità morale, i “poeti” del centro-destra italiano hanno arditamente paragonato il loro leader  al segretario del P.C.I Enrico Berlinguer, figura di indiscusso prestigio morale che ha dedicato l’intera vita agli ideali della sua causa politica. Strano…molto strano. C’è chi ha sostenuto che il Silvio nazionale sia riuscito a smuovere le coscienze degli italiani come Berlinguer. Hic est busillis! Qui è il problema della nostra società moderna, tristemente logorata da un revisionismo grezzo e meschino. Paragonare chi ha lottato per la vera “questione morale”, con cui troppe volte i nostri politici si son sciacquati la bocca, con chi è stato in grado di annichilire le coscienze degli italiani, tramite un monopolio indiscusso di programmi scadenti creati col solo scopo di distogliere l’attenzione pubblica dai reali problemi del paese, senza voler entrare nelle vicende personali dell’individuo, è un’offesa che credo non possa tollerare nemmeno chi abbia un ideale politico agli antipodi di quello berlingueriano. E certamente la situazione non credo migliorerà in maniera repentina se si continua a navigare “senza nocchiere in gran tempesta” e se i problemi principali restano ancora quelli legati alla Legge elettorale ed alla riforma della giustizia! Per dare un’idea della diversità di pensiero tra la politica d’allora e la politica odierna, sia di sinistra che di destra, basta riportare un discorso sulla Questione Morale di Enrico Berlinguer del 1974:” Il popolo italiano esige oggi che si dica la verità; è pronto ad appoggiare…riforme di libertà, di democrazia, di progresso civile. Questa è la strada maestra per moralizzare la vita pubblica. È urgente dare inizio a una fase in cui si metta fine ai finanziamenti occulti, agli intrallazzi, alle ruberie, al sistematico sacrificio degli interessi pubblici più sacrosanti (la salute, la difesa del paesaggio e del patrimonio artistico, l’ordinato sviluppo urbanistico, l’onesto rispetto della legge e dell’equità), agli interessi privati, di parte, di corrente, di gruppi e uomini nella lotta per il potere…I conflitti tra i poteri diversi (magistratura, polizia, servizi segreti) sono oggi un fatto gravissimo.” Si può trovare oggi un politico in grado di proferire simili parole? Ai posteri l’ardua sentenza.

Filippo Schifano