La 64° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino si è conclusa ieri sera con l’incoronazione di una pellicola diretta dal regista cinese Diao Yinan: Black coal, thin ice, un cupo noir che vede protagonista un ex-detective il quale decide di tornare a indagare su un caso di omicidio rimasto irrisolto. Black coal, thin ice ha conquistato l’Orso d’Oro come miglior film insieme al premio per il miglior attore al suo protagonista, Liao Fan. La giuria del Festival, presieduta dallo sceneggiatore e produttore James Schamus, ha assegnato l’Orso d’Argento, il secondo premio per ordine di importanza, a Grand Budapest Hotel, la nuova, surreale commedia di Wes Anderson, ambientata in un lussuoso albergo dell’Europa dell’Est, con Ralph Fiennes protagonista e un ampio cast di star.
Oltre ad Anderson, un altro regista e sceneggiatore americano, Richard Linklater, è stato premiato grazie a uno dei film più apprezzati del Festival: Boyhood, ricompensato con il trofeo per la miglior regia. Interpretato da Ethan Hawke e Patricia Arquette e girato nell’arco di ben dodici anni, Boyhood segue il rapporto fra una coppia separata e la crescita di loro figlio Mason, da quando è un bambino di sei anni fino al compimento della maggiore età, raccontandone le varie fasi con il trascorrere del tempo. Il premio Alfred Bauer, destinato al film con maggiore innovazioni cinematografiche, è andato al leggendario regista 91enne Alain Resnais per la sua nuova commedia, Aimer, boire et chanter, con André Dussollier e Sabine Azéma. Haru Kuroki si è aggiudicata il premio come miglior attrice per il ruolo di una giovane cameriera nel film sentimentale giapponese The little house di Yoji Yamada.
L’applauditissimo film tedesco Stations of the Cross di Dietrich Brüggemann, un’originale rivisitazione della Via Crucis suddivisa in quattordici scene, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, mentre il trofeo per il miglior contributo artistico è stato assegnato alla fotografia del film cinese Blind massage di Lou Ye e quello per il miglior film d’esordio al messicano Güeros di Alonso Ruízpalacios. Il Teddy Award per la miglior pellicola a tematica omosessuale ha ricompensato il film brasiliano Hoje eu quero voltar sozinho di Daniel Ribeiro. Infine, l’Orso d’Oro alla carriera ha celebrato l’opera del grande regista britannico Ken Loach, alfiere di un cinema di forte impegno civile; proprio a Berlino Loach aveva presentato titoli quali Family life, Ladybird Ladybird e Un bacio appassionato.
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