Lo stesso Berlusconi recentemente sembra voler confermare la sostanza di quell’incontro sostenendo che Renzi ” accese in me la speranza di vedere nascere una sinistra socialdemocratica”. Certo in questo si annida il ridicolo del’uomo con la sua voragine di incultura politica e il suo organetto che suona sempre la stessa canzone in qualsiasi contesto. La verità è che il tentativo era solo quello di far nascere un leader di destra, un Berluschino che tuttavia potesse fregiarsi di un’etichetta diversa e lontana dai veleni seminati dal cavaliere. Cosa che puntualmente è avvenuta prima con la saga della rottamazione e poi alle primarie con una candidatura nata e vissuta all’ombra del sistema finanziario (qui) , ma con la presa in giro del camper, idea del resto frutto degli spin doctor berlusconiani al seguito del sindaco.
E oggi finalmente abbiamo l’ultimo atto di quel piano messo a punto il 6 dicembre del 2010 e fruttificato nel tempo proprio grazie a un ambiente di centrosinistra talmente ossessionato da Berlusconi e dal suo stesso immobilismo, da non sembrare più in grado di discernere le linee politiche. Oggi Renzi scende in campo, per liberarsi di Bersani e proporre il grande inciucio con Berlusconi, terrorizzato che un alleanza Pd e Grillo possa produrre davvero una seria legge contro il conflitto di interessi. E a questo scopo il sindaco di Firenze è andato a rendere omaggio a Monti, facendo così ben capire quale potrebbe essere la politica di un simile governo a tre. Con la benedizione di Scalfari, che ormai come un nerone dei media si gode l’incendio del Paese e si compiace del nuovo purché abbia la sua stessa età.