Non è così. Putroppo.
Ammettiamo che ciascuna famiglia disincagli dallo scoglio posto in alto a sinistra del proprio bilancio familiare, dalle asfittiche e poco dinamiche immobilizzazioni immateriali o mobiliari, i propri possedimenti. A prima vista, si potrebbe pensare che in questo modo si liberano tante risorse, ora ferme, disponibili per i consumi e gli investimenti privati. Ciò vorrebbe dire crescita e quindi riduzione del debito ecc. ecc.
Peccato però che se tutti vendono il proprio patrimonio, il patrimonio del beneamato belpaese si deprezza e non vale più niente.
Ieri sera avrei voluto che Berlusconi, imprenditore, ammettesse che l'Italia ha smarrito la capacità di inventre cose nuove. Le cose belle da vendere ovunque. Cose come la Vespa, la nutella, Il martini. Da quanto tempo non viene inventato un nuovo lovemark?
E che lui, in quanto imprenditore, è la persona giusta per fronteggiare il bizantinismo burocrate e imbolsito in cui versiamo.
Invece lui ha chiuso dicendo che parla da imprenditore che ha 3 aziende quotate in borsa. Puaff.