Oggi percorso da uno scomposto sentimento anti-turco, il movimento d’opinione conservatore italiano sembra dimenticare come l’amicizia con Recep Tayyip Erdoğan sia stata uno dei punti fermi della politica estera, economica e geo-strategica di Silvio Berlusconi e dei suoi governi.
Questo, è bene sottolinearlo, contribuendo all’affossamento di progetti come il Nabucco*, il gasdotto voluto per ridimensionare la dipendenza energetica europea da Mosca, a vantaggio del South Stream, per adesso abbandonato ma concepito da Putin come asse portante della strategia energico-politica russa.
La Turchia è inoltre un partner fondamentale anche per il Kremlino, in ragione del suo ruolo di secondo cliente di Gazprom e di progetti come il Turkish Stream, una pipeline che, aggirando l’Ucraina (facendo di Ankara una hub per 63 miliardi di metri cubi di oro blu), toglierebbe molte castagne dal fuoco ai russi.
*da qui, il riferimento alla narrazione biblica