Nel Pdl non esiste, perché mai praticato, un patrimonio di valori che sono alla base del sistema politico e democratico di un paese.
Il Pdl è un ragno formato da una testa centrale che impartisce ordini e dai membri che ubbidiscono agli ordini ricevuti in assenza di un processo decisionale che coinvolga l’intero corpo. L’art. 49 della Costituzione, il quale assegna ai cittadini il “diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, non è stato realizzato dal Pdl con Berlusconi leader. Al contrario Berlusconi ha realizzato per primo, con Forza Italia e poi con il Pdl, un modello di partito come organizzazione personale. Tale modello, utilizzato poi da altri partiti, ha tradito lo spirito costituzionale, ha prodotto consensi elettorali nel modo più strumentale senza risolvere i problemi del paese ed ha generato il Pdl, un partito che rappresenta una mescolanza di interessi, di lobbies, di interessi professionali e corporativi.
Non bisogna dimenticare che Berlusconi ha utilizzato il suo partito per interessi personali (processi, leggi ad personam) senza la pur minima contestazione da parte della classe dirigente del partito.
Berlusconi ha avuto anche la capacità di incidere sulla cultura del paese e dei cittadini, i quali si sono sentiti autorizzati ad assumere comportamenti finalizzati agli interessi individuali e non a quelli dello Stato.
Berlusconi ha rivolto la sua attenzione alla mano invisibile del mercato per risolvere i problemi del paese e non risolvendoli è stato costretto alle dimissioni. Il lavoro che i partiti democratici dovranno svolgere è duro e faticoso per recuperare ai valori della democrazia quei cittadini che hanno trovato in Berlusconi la giustificazione dei loro comportamenti negativi.
Occorre recuperare la cultura della legalità e della democrazia per ricostruire un paese che ha bisogno di uscire dalla crisi economico e sociale e di realizzare la giustizia sociale. Di solito i partiti si interessano di consensi e di alleanze trascurando i fattori immateriali che stanno alla base dell’impegno politico: legalità, trasparenza, sincerità, onestà, competenze e pluralismo. Questi sono i presupposti dell’impegno politico perché la politica buona, realizzata nell’interesse dei cittadini, non è costituita da imbrogli, bugie e furbizie.
Occorre ricordare che l’inganno e le bugie non ripagano e che prima o dopo le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione rendono trasparenti i comportamenti non improntati alla sincerità ed alla sobrietà.