Venerdì 14 gennaio 2011, ore 10.53: sul sito del Corriere della Sera cambia improvvisamente l’apertura della home page con la notizia che il premier Silvio Berlusconi, proprio all’indomani della parziale bocciatura del “legittimo impedimento” da parte della Corte Costituzionale, si scopre bersaglio dell’ennesima indagine giudiziaria – che si somma ai tre processi ancora in corso Mills, Mediatrade e Mediaset: questa volta, nel mirino dei giudici, il celebre caso di Karima El Mahroug, in arte “Ruby”, e le pesanti ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile.
Ma non è stata tanto la notizia ad attirare l’attenzione di molti, quanto quell’inedita fascetta rossa in testa al servizio che recita “ESCLUSIVO” a caratteri maiuscoli: un’etichetta che ormai da tempo non si poteva più trovare sul sito di un qualsiasi quotidiano nazionale, e che la desuetudine di tale avvenimento aveva quasi rigettato nell’oblìo l’idea stessa che, nell’era del flusso continuo delle informazioni, si potesse arrivare per primi su una notizia del genere senza che la maggior parte dei concorrenti editoriali ne fosse già a conoscenza prima della sua pubblicazione.
Un rapido giro sui maggiori siti di informazione della penisola, però, ha fugato immediatamente ogni dubbio residuo. Per una volta nessun sotterfugio o mossa da “furbetti del giornalino”: il Corriere era davvero l’unico quotidiano online a riportare la notizia, per quanto sistemata in fretta e furia in attesa di poterla approfondire con più calma e maggiori dettagli. Repubblica, la Stampa, Il Giornale e Libero, intanto, si accapigliavano a distanza per sviscerare, ciascuno dalla propria angolazione e linea editoriale, il recente verdetto della Consulta, mentre probabilmente in via Solferino si fregavano le mani per l’inedito scoop.
Un sogno durato solo pochi minuti. Alle 11, dopo qualche manciata di secondi di disorientamento, tutte le redazioni d’Italia sono piombate sulla notizia andando a ripescare chi la propria intervista passata alla ragazza, chi i propri dubbi sulla vicenda, chi le foto osé della giovane nordafricana, chi i video delle calde serate di Ruby in discoteca: e ogni nuovo elemento ha diluito in un mare di “già visto, già sentito” l’exploit mattutino del Corriere tanto da convincerlo in breve tempo a rinunciare a quello scatto d’orgoglio da giornalismo d’assalto, rimuovendo addirittura quella fascetta rossa per immergersi di nuovo nel tranquillo e deresponsabilizzante mare dell’omologazione mediatica italiana.