Berlusconi sotto assedio, per quanto potrà resistere?

Creato il 01 ottobre 2011 da Candidonews @Candidonews

Non bastassero le inchieste della magistratura, i sondaggi in picchiata, la ‘scomunica’ della CEI, l’insofferanza della base leghista e la crisi economica sempre piu evidente, Silvio Berlusconi si trova di fronte anche ad alcuni problemi ‘interni’. L’avviso di ‘sfratto’ gli è stato dato dalla ‘sua’ classe di appartenenza e cioè gli industriali, stanchi del Governo del ‘non fare’. A questo aggiungiamoci la battaglia con il Ministro dell’Economia ed il malcontento che serpeggia nel Pdl. Proviamo a ricapitolare i tre fronti aperti:

Tremonti:

Continua la ‘guerra’ tra il Premier ed il Ministro del Tesoro. Dopo la pace armata di qualche giorno fa, che ha scongiurato le dimissioni dell’inquilino di via XX settembre, i due sono tornati a scontrarsi sulla nomina del futuro Governatore di Bankitalia. Saccomanni, vice di Draghi, è sponsorizzato dal Cavaliere. Grilli, membro del Tesoro, è sostenuto da Tremonti e Bossi.

Che vi sia ancora battaglia tra Berlusconi e Tremonti lo dimostra la pubblicazione di una nota del Ministero dell’Economia in cui, in pratica, si mette a conoscenza il paese della Legge ad personam (l’ennesima) utilizzata dal Premier per non pagare una multa salatissima comminata a Mondadori:

Il Fatto Quotidiano. Oggi l’Agenzia ha fornito alla Commissione finanze del Senato una nota … sull’adesione delle imprese alla “leggina” varata tra tante polemiche a marzo 2010, quella che permette alle imprese con liti pendenti col Fisco da oltre 10 anni di patteggiare pagando soltanto il 5% del valore del contenzioso. E la nota ha confermato quanto si sospettava: che la Mondadori non affronterà il terzo grado di giudizio e non pagherà i 173 milioni di euro pendenti ma soltanto 8,7 milioni.Le altre 66 società aderenti alla procedura di definizione delle controversie, tutte insieme, non totalizzano oltre 4,3 milioni.Briciole rispetto alla Modandori che pesando da sola per 2/3 dell’ammontare condonato, fa la parte.

Ma quel documento è anche l’ennesima conferma che tra il ministro Tremonti e Berlusconi è guerra totale e senza elusione di colpi. Non può sfuggire, infatti, la coincidenza temporale tra l’arrivo del documento dell’Agenzia, che dal ministero dell’Economia dipende, e la deflagrazione dello scontro tra ministro e premier.L’interrogazione in questione è rimasta infatti nel cassetto per un anno. Difficile credere che sia un semplice caso, una coincidenza. Molto più verosimile che si tratti di un segnale del ministro, ormai asserragliato dal Pdl, sul quale la maggioranza sta cercando di scaricare le colpe della crisi e dell’incapacità di tamponarla.

Confindustria

Marcegaglia è sul piede di guerra e minaccia di ritirarsi dal tavolo di trattativa sulle Riforme:

Reuters. La presidente della Confidustria ha ricevuto dalla giunta degli industriali una delega per decidere se abbandonare i tavoli a cui siede con il governo e le altre parti sociali se non arriveranno decisioni concrete per rilanciare il Paese.

“Parlo come Confindustria e non per le altre associazioni. Nell’ultima giunta ho avuto la delega a portare avanti proposte con le altri parti sociali e a me, quindi solo a me, anche la delega per valutare se lasciare i tavoli del governo”, ha spiegato la Marcegaglia che ha comunque ribadito che occorre fare presto.

“Se lo spread con i Bund continua su questi livelli ci sarà una restrizione del credito. Non c’è più tempo: è necessario fare subito le riforme”, ha detto.

Fronde interne nel PDL:

Santo Versace, deputato eletto nel 2008, ha lasciato qualche giorno fa il partito in aperta polemica con la classe dirigente e lo stesso Presidente del Consiglio:

Corriere. «L’ ho visto da dentro, come funziona, il Pdl. Pensano a loro, ai loro interessi. Prenda anche ciò che è accaduto l’ altro giorno…». …« quando a Montecitorio c’ era da votare la sfiducia al ministro Romano...». …« gli ordini, perché nel Pdl si procede per ordini, gli ordini erano di salvarlo, di votare contro la sfiducia, di continuare a fargli fare tranquillamente il ministro della Repubblica….«Nonostante l’ ombra tremenda di Cosa Nostra, certo. E infatti io che ho fatto? Non mi sono presentato…«Perché mi avevano chiamato amici da Palermo, e da Catania, e persino da Siracusa: tutti imprenditori e non comunisti forcaioli, tutta gente che ha sempre votato per il centrodestra e che però mi diceva: no, Santo, non potete farlo restare lì Saverio Romano, nel Consiglio dei ministri...»

«Ci sono almeno altri venti deputati che se alle parole che dicono in privato facessero seguire i fatti, potrebbero lasciare il partito non domattina, ma tra cinque minuti». Per fare cosa? «Guardi, dentro il Pdl c’ è un sacco di gente che comincia a pensare che non si possa più restare legati mani e piedi a Berlusconi e al suo destino… Detto che ha 75 anni, e che a quell’ età potrebbe tranquillamente andarsene in pensione, detto questo, molti parlamentari del Pdl, e tra loro anche personaggi autorevoli, si sono ormai convinti che sia necessario andare a un governo di emergenza nazionale, di solidarietà nazionale».

I dissidi nel partito del Premier non si fermano a Versace. Anche Beppe Pisanu potrebbe lasciare presto il partito e con lui una decina di senatori. Una emorragia tale da mettere a rischio la sopravvivenza dell’esecutivo stesso:

Corriere.«Il governo cadrà al Senato». La profezia ha preso a girare a Palazzo Madama, la Camera che in questa legislatura è rimasta più defilata rispetto all’ arena di Montecitorio….
Forti di analoghe convinzioni un drappello di dodici «preoccupatissimi» senatori del Pdl, amici di Beppe Pisanu, si sono dati appuntamento all’ ora di pranzo di martedì 20 settembre nella saletta riservata del ristorante «La Capricciosa»… Ad ascoltare e rimuginare sul da farsi c’ erano, tra gli altri, gli scajoliani Franco Orsi e Gabriele Boscetto, i toscani Paolo Amato e Massimo Baldini, il piemontese Valter Zanetta e il veneto Paolo Scarpa Bonazza Buora. Ma il punto di riferimento della compagine, che con grandissima cautela sta lavorando per allargare il gruppo dei «ribelli», è Giuseppe Saro…

Il senatore Augello la mette così: «Berlusconi non deve sottovalutare questi segnali, perché nel medio periodo potrebbero arrivare sorprese sgradevoli».

E’ di ieri poi la notizia del milione e duecentomila firme depositate per il Referendum contro il Porcellum. Se la Consulta darà il via libero, a primavera saremo chiamati a votare per abolire la legge elettorale piu schifosa di sempre, quella che permette ai segretari di partito di nominare i propri parlamentari, ledendo il nostro diritto di scelta. Visto il clima di sfiducia verso la classe dirigente, l’esito della consultazione è scontato come molto probabile sarà il raggiungimento del quorum. A quel punto, in caso di vittoria del Si, il Governo sarà letteralmente travolto dagli eventi e non pochi pensano ad elezioni anticipate al 2012 proprio per evitare il Referendum.

Dissidi interni, guerre tra Ministri, inchieste, scomuniche, sfiducia di tutti i settori produtti e sociali e dell’Europa, discredito internazionale, insofferenza del Quirinale, difficoltà sempre piu evidenti con una parte della Lega. Silvio Berlusconi è sotto assedio. Non ha alcun punto a suo favore. Nessun Premier avrebbe potuto resistere in una situazione di questo tipo, solo grazie agli immensi interessi politico-mediatici il Cavaliere riesce ancora ad occupare gli uffici di Palazzo Chigi.

L’unica chance rimasta è quella del potere mediatico. Ha fatto cacciare Saviano, Santoro e Dandini dalla Rai. Minzolini continua a fare editoriali in suo favore al Tg1, Ferrara svolge il suo lavoro in modo certosino.

Come riuscirà a sopravvivere politicamente un personaggio cosi evidentemente logorato? Non so dare una risposta netta a questa domanda, credo solo che se qualcuno può farcela quello è Silvio Berlusconi. Anche se, perso il sostegno di Confindustria e Vaticano, la sua leadership è davvero indebolita e solo il suo immenso potere economico-mediatico riesce a tenerlo a galla. Per quanto non è dato saperlo.

Una ricetta per uscire dal tunnel, rischiosa ma percorribile

Una soluzione plausibile potrebbe essere quella di andare ad elezioni anticipate nel 2012 per far slittare di un anno il Referendum elettorale. Con la legge vigente il pallino dei nominati spetterebbe ancora ai segretari di partito ed i partiti stessi sarebbero costretti ad alleanze di coalizione per prendere il premio di maggioranza della Camera e quelli regionali del Senato.

Con la crisi economica sempre di attualità forse l’unica chance per il Premier è acconsentire allo scoglimento anticipato del Parlamento, andare ad elezioni come candidato dell’asse Lega-Pdl e poi, in caso di probabile sconfitta, restare a ‘guardare’ cosa succede.

Il Centrosinistra, possibile vincitore alla Camera, quasi sicuramente non avrà i numeri al Senato e quindi il Pd dovrebbe cercare consensi in Parlamento per la nascita di un Governo che vada oltre Di Pietro e Vendola , imbarcando buona parte del Terzo Polo. Non è detto che riesca una manovra di questo tipo, Idv e Sel potrebbero non essere d’accordo e quindi nella partita potrebbero rientrare anche Pdl e Lega, magari per un governo di larghe intese.

Quanto potrebbe durare un esecutivo del genere? Qualche mese, un anno? un paio d’anni? Forse di piu se i Superpoteri forti (Vaticano e Confindustria) vorranno, molto poco se invece prevarranno altri fattori. In tutto questo, Berlusconi, resterebbe alla finestra, cosi come ha fatto durate l’intermezzo Prodiano del 2006-2008.

Certamente le difficoltà per il Cavaliere sarebbero molte. Innanzitutto dover affrontare i dissidenti interni, da sterilizzare però con elezioni primarie che il Cavaliere potrebbe vincere a mani basse (buona parte degli elettori Pdl sono berlusconiani e lo resteranno fino alla morte).

Poi c’è il fronte giudiziario, dal quale non avrebbe piu protezioni, non essendo Presidente del Consiglio.  C’è da dire che dei cinque processi in cui è imputato, alcuni cadranno in prescrizione, altri arriveranno a sentenza definitiva entro 3 anni e quindi, pur momentamente fuori da Palazzo Chigi, avrebbe ancora del tempo per poterli annichilire.

D’altro canto un breve-medio periodo all’opposizione dovrebbe giovare alla logorata alleanza Pdl-Lega. Il primo sarebbe impegnato a condannare i provvedimenti lacrime e sangue del Governo, i secondi tornerebbero quel partito di lotta che tanto aveva fatto battere forte i cuori dei ‘padani’.

Quando poi le polemiche, quasi scontate, cominceranno a sfibrare l’esecutivo di emergenza nato dalle elezioni ecco che il Cavaliere potrebbe riproporsi come il ‘nuovo’, con un nuovo patto e magari imbarcando qualche nuovo soggetto politico.

Anno 2014, Berlusconi nuovamente in campo per le elezioni, magari con una campagna elettorale ispirata al 1994, in un crescendo di celebrazioni per il Ventennio Berlusconiano? Non lo credete possibile eh? Lo spero anche io ma non lo escluderei del tutto.

Quando si ha a che fare con l’Unto dal Signore il Miracolo della Resurrezione è sempre dietro l’angolo.


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